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Chiesa di San Rocco
Diocesi di Alessandria ( sec. XVI; XVIII )
SR10, 15023 Felizzano Alessandria
La chiesa campestre dedicata a San Rocco, protettore dei pellegrini e degli appestati, faceva parte di un lazzaretto volutamente collocato fuori dal paese di Felizzano. Essa risale al XVI secolo quando fu edificata su un precedente edificio, nelle sembianze attuali; il campanile risale all’anno 1774 mentre l’adiacente Camposanto al 1813. L’edificio è a tre navate, di cui quella centrale coperta da un’ampia volta a botte, mentre le due laterali sostengono volte a vela e a crociera. La navata centrale è conclusa da un’abside semicircolare e voltata a crociera. Le pareti interne sono intonacate, la controfacciata è caratterizzata da tre ampie finestre ad arco. La pavimentazione è in formelle in cotto disposte a spina di pesce. In esterno, tutto in mattoni a vista, la facciata a salienti è articolata da quattro lesene che scandiscono in esterno la ripartizione interna. Lungo tutto il corpo di fabbrica si sviluppa un cornicione in cotto che avvicina l’edificio ad architetture trecentesche presenti sul territorio. Il ciclo di affreschi absidale riproduce, nella parte alta, il Pantocrator. Il Cristo, benedicente, poggia la mano sinistra sul mondo sormontato dalla croce. Ai lati sono rappresentati i simboli degli Evangelisti. Nell’emiciclo absidale è raffigurata la Madonna in trono con il Bambino tra i Santi: per primo San Rocco, che si appoggia al bastone del viandante e con la mano destra solleva la tunica a mostrare la piaga della gamba. Accanto si intravede un frammentario San Michele Arcangelo, con le ali, l’armatura e parte della lancia. Dall’altra parte del trono sono visibili San Sebastiano, riconoscibile dalle innumerevoli flagellazioni, e San Pietro. Per ultimo San Lorenzo, è qui rappresentato con la dalmatica, una tunica lunga fino ai piedi con stola a tracolla trapunta di croci e tiene nella mano sinistra una catena. Queste pitture, databili intorno al XVI secolo, rimandano all’ambito culturale lombardo, che si sviluppò attorno alle figure di Bramante e Bramantino e presentano consonanze sia con i soffitti dipinti di Palazzo Inviziati ad Alessandria, sia con gli affreschi della Cappella del Rosario nella Parrocchiale di San Felice nella vicina Frugarolo. (Relazione Arch. Antonella Caldini)
Nel catino absidale, L’Ev. Matteo ha sembianze umane, è dotato delle ali degli angeli ed è rappresentato in ginocchio mentre regge un cartiglio con scritto LIBER GENERATIONIS JESU CHRISTI FILI. L’Ev. Marco è un leone: ha la bocca aperta dalla quale esce la lingua guizzante e sul dorso sono riprodotte le ali rosse e verdi. Tiene aperto il libro su cui si legge APPARUIT ILLIS JESUS. L’Ev. Giovanni è un’aquila, di colore grigio, che poggia gli artigli su un libro aperto sul quale si legge: IN PRINCIPIO ERAT VERBUM. L’Ev. Luca, rappresentato come il bue alato, con la zampa sinistra ferma un cartiglio che reca l’iscrizione: MISSUS EST ANGELUS GABRIEL A DEO IN CIVITATEM GALILEAE. La disposizione a forma di “X” degli Evangelisti richiama l’idea delle virtù cardinali. Ireneo di Lione (fine II secolo) ha per primo collegato il quaternario con i Vangeli, segnalando come il leone esprima il concetto della regalità, il bue del sacrificio, l’uomo dell’incarnazione e l’aquila dello Spirito che sorregge la Chiesa. E’ stato invece San Gerolamo (fine IV secolo) ad associare gli animali agli Evangelisti. Il Vangelo di Matteo inizia con l’incarnazione ed è simboleggiato dall’angelo o uomo, probabilmente perché egli insiste sull’umanità di Gesù; Marco comincia con la figura del Battista, “Voce di uno che grida nel deserto”, potente e solitaria come il ruggito di un leone; Luca pone l’accento sul tema del sacrificio sopportato da Zaccaria, reso muto per la sua incredulità, pertanto gli si addice il bue o toro; Giovanni, infine, compie con il suo Prologo al Vangelo, un volo spirituale talmente alto e con vista così acuta, da risultare simile a quello di un’aquila. Nelle tradizioni esoteriche a queste figure vengono solitamente associate particolari qualità sapienziali: l’Uomo alato rappresenta l’intuizione della Verità; il leone, il fuoco, la forza e il movimento; il bue, la terra, la resistenza e il sacrificio; l’aquila infine, l’intelligenza e l’azione. E’ inoltre importante sottolineare la presenza di San Sebastiano insieme a San Rocco: l’elemento che li lega è il morbo della peste a rafforzare il ruolo importante del piccolo edificio campestre nato come anello di un percorso di edifici preposti all’accoglienza degli ammalati.
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- Antiche cappelle
- adresse
- SR10, 15023 Felizzano Alessandria
- tél
- 0131.791333
- beniculturali@diocesialessandria.it
- web
- https://parrocchiafelizzan
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