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Pieve di San Giovanni ai campi

Diocesi di Torino ( sec. XIII; XV )

SP 145, 10040, Piobesi Torinese (TO)

La chiesa attuale, che sorge all’interno del recinto cimiteriale dal 1927, ebbe prerogative di pieve e può essere databile intorno all’880 circa. L’intero edificio fu costruito con pietre provenienti da una strada tardoantica, di cui si conserva ancora un considerevole tratto sul fianco dell’absidiola di sinistra, con mattoni romani, recuperati forse da villae dell’aristocrazia e da cascinali presenti nell’agro circostante, e da lastre marmoree e litee. Al volume più antico, agli inizi del Settecento, è aggiunta una cappella barocca, realizzata sfondando parte del porticato interno.
All’esterno della pieve, sopra il portale d’ingresso, si trova una lunetta affrescata nel 1359, con una lunga iscrizione in caratteri gotici: nell’ottobre di quell’anno, i coniugi Giovanni Pivart di Chamousset e Guglielmina, dedicarono questo affresco a san Giovanni di Piobesi e alla Vergine Maria.
L’interno è suddiviso in tre navate da portici a tutto sesto. L’altare maggiore, in mattoni, era rivestito da un monumentale altare ligneo barocco. Le pitture tardogotiche che ornano le pareti sono l’esito di una campagna decorativa di tardo Quattrocento: rappresentano i santi Stefano, Bartolomeo, Pietro, Maria Maddalena e Bernardino da Siena. Nella navata destra, si trova un Dio Padre con la Madonna in trono, Gesù Bambino, san Rocco e san Giovanni Evangelista, con una teoria di grottesche.
Nella navata sinistra un affresco devozionale, databile tra le fine del Cinquecento ed i primi dei Seicento, raffigura santi legati alla protezione dalle malattie infettive, come Rocco, Sebastiano, Agostino, Giovanni Battista, Grato e Antonio Abate. Nella stessa navata erano inoltre presenti un ciclo di affreschi realizzati ad inizio Quattrocento da Giovanni Beltrami di Pinerolo su committenza della famiglia Novelli: staccati dalla Soprintendenza e in deposito presso la Galleria Sabauda di Torino, oggi li possiamo ammirare in una riproduzione fotografica.
Nella sacrestia, collocata nell’absidiola destra, sono conservate grottesche cinquecentesche, resti di immagini marine, un san Pietro in cattedra, una Annunciazione commissionata dalla nobile famiglia Aliberti di cui compare lo stemma, e una rara raffigurazione della “Trinità” cosiddetta “orizzontale”, con le tre figure identiche e colte nell’atto di impartire la benedizione. Dietro l’altare maggiore, il catino absidale è decorato da un Cristo in Maestà all’interno di una mandorla porpora, che regge il Libro dell’Apocalisse, ormai chiuso, e l’Agnello del sacrificio. In basso, figure di Apostoli e della Vergine Maria. Questo grande affresco, completato dai simboli degli Evangelisti e dalla Deesis (“Supplica”) con la Madonna e Giovanni Battista, può essere datato all’880-890, in piena epoca ottoniana, quando il matrimonio tra l’imperatore Ottone II e la bizantina Teofano creò una importante commistione tra la pittura tedesca e orientale.

L’affresco sulla facciata, che raffigura i coniugi Pivart, testimonia una lunga frequentazione delle antiche vie che – partendo dalla Val di Susa – scendevano sino a Piobes, importante avamposto sottoposto all’autorità vescovile di Torino. Probabilmente i due commercianti-pellegrini, scesi dai passi alpini, furono colti da una tempesta di neve e, dopo essersi salvati, fecero dipingere l’affresco in onore dei santi che li avevano protetti. Nel grande dipinto, in più riquadri, sono raffigurati: san Giovanni Battista, con l’Agnello simbolo del Cristo martire; san Bernardo di Mentone, protettore dei viandanti che si perdevano sulle Alpi, raffigurato con una catena che tiene legato il Demonio (affresco parzialmente conservato); san Cristoforo col Bambino Gesù sulle spalle, protettore dei viaggiatori; Madonna che allatta Gesù tra due angeli musicanti: qui il Messia tiene nelle mani un cardellino, simbolo della morte sulla croce. Secondo la tradizione medioevale, il cardellino e l’usignolo tentarono di togliere le spine della corona dolorosa posta sul capo di Cristo crocifisso ma si punsero e colorarono per sempre una parte delle loro piume di rosso. La Madonna che allatta rappresenta invece la Madre Chiesa che nutre i fedeli; il latte può essere paragonato al battesimo, linfa che introduce il battezzato nella vita comunitaria, mentre il cardellino rappresenterebbe la speranza della resurrezione dopo la morte, come avvenne a Gesù.

Liens externes
Accessibilité

Site ouvert sous réservation

La pieve è aperta l'ultima domenica di settembre in concomitanza con la Sagra del pane e durante le festività dei Santi.
E' possibile inoltre prenotare tutto l'anno una visita su appuntamento telefonico.

Infos

cathédrale
Cattedrale di Torino
diocèses
Torino
type d'édifices
Pievi
adresse
SP 145, 10040, Piobesi Torinese (TO)
port.
338.1452945
web
www.pievedipiobesi.org

Services

accessibilité
parziale
accueil
true
didactique
true
accompagnement
true
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inconnu
restauration
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