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Cappella di San Sebastiano
Diocesi di Torino ( sec. XV; XVI )
Via San Sebastiano, 38 10094 Giaveno, Torino
La vicenda della cappella di San Sebastiano è ancora in larga parte da delineare. La sua particolare posizione, al liminare del borgo e vicina alla strada che collega Avigliana e la valle di Susa, potrebbero dare adito a supposizioni riguardanti la sua iniziale costruzione: un luogo coperto che permetteva una notte al riparo per i pellegrini diretti verso la via Francigena oppure una parte del lazzaretto per la cura degli appestati.
Addossata al muro di cinta del camposanto, presenta linee architettoniche semplici, con due piccole finestre ai lati della porta d’ingresso, sormontata da un rosone. L’edificio a pianta rettangolare ad aula unica è suddiviso in tre campate voltate a vela; sul lato destro della seconda campata vi è la sacrestia su cui si innesta il basso campanile in mattoni rossi.
Se è necessario attendere il 1689 per rintracciare la prima testimonianza documentaria che attesti l’esistenza della cappella, il recente ritrovamento degli affreschi quattrocenteschi posti nell’area presbiteriale rende San Sebastiano l’edificio religioso esistente più antico di Giaveno.
L’occasione della scoperta del ciclo si deve alla volontà della comunità locale di far restaurare la pala d’altare settecentesca. Rimossa la tela, infatti, è fortunosamente emersa la Madonna col Bambino, risparmiata alle imbiancature seicentesche, testimonianza di una precoce derivazione locale dalla pittura di Antoine de Lohny, pittore itinerante poi attivo per i Savoia nel XV secolo. Successivi interventi di restauro hanno permesso di recuperare quattro episodi di un più ampio affresco, realizzato nel presbiterio, con le Storie di San Sebastiano eseguito da Bartolomeo Serra tra il 1470 e il 1480. Gli episodi conservatesi sono il Martirio dei Compagni di San Sebastiano, San Sebastiano condotto presso Diocleziano, il Martirio di San Sebastiano e l’Apparizione del Santo a Lucina, la cui figura è andata in parte perduta.
San Sebastiano Martire
La decorazione interna della cappella racconta in affresco le vicende di San Sebastiano.
Secondo la leggenda il santo visse durante l’impero di Diocleziano. Sarebbe nato a Milano da padre di Narbona e da madre milanese e istruito secondo i principi della Fede cristiana. Si recò poi a Roma dove entrò a contatto con la cerchia militare alla diretta dipendenza degli imperatori. Divenuto alto ufficiale dell'esercito imperiale, fece presto carriera e fu il comandante della prestigiosa prima coorte di stanza a Roma per la difesa dell'Imperatore. In questo contesto, forte del suo ruolo, poté sostenere i cristiani incarcerati, provvedere alla sepoltura dei martiri e diffondere il cristianesimo tra i funzionari e i militari di corte.
La Passio racconta che un giorno due giovani cristiani, Marco e Marcelliano, figli di un certo Tranquillino, furono arrestati su ordine del prefetto Cromazio. I fratelli erano ormai sul punto di cedere rinnegando la propria fede quando Sebastiano fece loro visita persuadendoli a resistere e a superare eroicamente la morte. Mentre dialogava con loro, il viso del tribuno fu irradiato da una luce miracolosa che lasciò esterrefatti i presenti, tra cui Zoe, la moglie di Nicostrato, capo della cancelleria imperiale, muta da sei anni. La donna si prostrò ai piedi del tribuno il quale, invocando la grazia divina, pose le proprie mani sulle labbra della donna e fece un segno di croce, ridonandole la voce. Il prodigio di San Sebastiano portò alla conversione al cristianesimo di molti presenti. Quando Diocleziano, che nutriva un profondo odio verso i fedeli a Cristo, scoprì che Sebastiano era cristiano lo condannò a morte. Fu legato ad un palo in un sito del colle Palatino, denudato, e trafitto da così tante frecce in ogni parte del corpo da sembrare un istrice. I soldati, al vederlo morente e perforato dai dardi, lo credettero morto e lo abbandonarono sul luogo affinché le sue carni cibassero le bestie selvatiche. Sebastiano però non morì: Santa Irene, che andò a recuperarne il corpo per dargli sepoltura, si accorse che il soldato era ancora vivo, per cui lo trasportò nella sua dimora sul Palatino e prese a curarlo dalle molte ferite con pia dedizione. Sebastiano, prodigiosamente sanato, nonostante i suoi amici gli consigliassero di abbandonare la città, decise di proclamare la sua fede al cospetto dell'imperatore che gli aveva inflitto il supplizio. Raggiunse coraggiosamente Diocleziano e lo rimproverò per le persecuzioni contro i cristiani. Sorpreso alla vista del suo soldato ancora vivo, Diocleziano diede freddamente ordine che Sebastiano fosse flagellato a morte, castigo che fu eseguito nel 304 nell'ippodromo del Palatino, per poi gettarne il corpo nella Cloaca Maxima. San Sebastiano è invocato come patrono delle Confraternite di Misericordia italiane, poiché si rileva in lui l'aspetto del soccorritore che interviene in favore dei martirizzati, dei sofferenti.
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Opera tattile - disegno per il rilievo
Madonna col Bambino - affresco
Opera tattile - disegno per il rilievo
Martirio di Marco, Marcellino e Tiburzio - affresco
Lun-Dom | 09:00 - 18:00 |
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- type d'édifices
- Antiche cappelle
- adresse
- Via San Sebastiano, 38 10094 Giaveno, Torino
- tél
- 011/700320
- port.
- 339/7982488
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