Chiese a porte aperte Share Tweet il mio itinerario ?
Chiesa dell'Assunzione di Maria Vergine
Diocesi di Torino ( sec. XI; XVII )
Piazza Castello 3, Carmagna Piemonte
L’antica Chiesa con l’annessa abbazia Benedettina e stata fondata il 28 maggio 1028 da Olderico Manfredi, marchese di Torino e sua moglie Berta. Le notizie dei primi secoli sono poche, le monache vengono sostituite dai monaci nel 1444. Con l’arrivo dei monaci Benedettini, l’abbazia fu affidata ad un abate commendatario finché il 24 settembre 1518 l’abate urbano di Miolans decide di ricostruire la chiesa e ampliarla con due nuove navate. Di certo sappiamo solo che nel 1464-65 era stato rinforzato il campanile. La chiesa originaria era in stile romanico ed aveva una navata unica, corrispondente a quella centrale della chiesa odierna. Delle fasi di ricostruzione non possediamo documenti. Essa avvenne nel corso del XVI secolo e produsse la realizzazione delle due navate laterali, delle cappelle del lato nord (quelle della navata sinistra), dell’abside poligonale. Fu allora che nella navata centrale, in precedenza costituita da capriate in legno a vista, venne realizzata la volta a tutto sesto.
Tra il 1650 e il 1700 viene riedificato il coro. Tra il 1758 e il 1783 si decide di realizzare le prime due cappelle del lato sud della fabbrica. Nel 1766 si procede con in restauri del campanile, ed alcune delle bifore originarie vengono murate o eliminate. Negli ultimi anni del Settecento si costruisce anche l’ultima cappella della navata sinistra, mentre nel 1793 inizieranno i lavori dell’attuale sacrestia.
Solo a partire dal 1819 si procede agli ultimi significativi lavori sulla fabbrica e si decide anche per una ripulitura della chiesa. Si dipingono le volte, nel 1822 le colonne vengono decorate a finto marmo. Oltre agli interni anche la facciata subisce notevoli interventi.
La chiesa parrocchiale (ex chiesa abbaziale) è costruita su tre navate: lungo la navata sinistra si aprono cinque cappelle, di cui la prima è dedicata alla Santissima Annunziata, realizzata a partire dal 1518. Gli affreschi della volta risalgono alla seconda metà del ‘500 e raffigurano i Cherubini e i santi Biagio, Stefano, Benedetto, Martino e Nicola di Bari. Tipica pittura padana del primo ‘500. Sui lati, l’affresco di San Rocco e Santa Caterina è datato 7 ottobre 1607; il secondo raffigura Santa Giustina e San Bernardo. Segue la cappella della Madonna del Rosario, risalente risale alla seconda metà del ‘500, quindi alla prima ricostruzione dell’abbazia. Pregevole è la statua lignea della Madonna, risalente al primo seicento; mentre i 15 misteri del Rosario che la circondano sono formelle dipinte olio su rame. La struttura che ospita la statua e le formelle è ottocentesca periodo in cui venne realizzata la tavola della Natività. A seguire la cappella di San Giuseppe, che presenta un bell’altare in marmo bianco con bassorilievi su fondo dorato. La pala d’altare è un olio su tela raffigurante la morte di San Giuseppe ed è opera del pittore di Carmagnola Ottaviano Trombetta, attivo nella seconda metà del ‘600. La cappella di Santa Lucia e San Sebastiano, di fattura settecentesca, conserva affreschi di pittori locali, mentre la cappella del Sacro Cuore di Maria è quella che presenta la cappella del Sacro Cuore di Maria la sua struttura più antica, perché si ritiene fosse il braccio sinistro della croce latina dell’abbazia originaria. La pala d’altare è opera ottocentesca e raffigura San Luigi Gonzaga e Sant’Antonio (entrambi con in mano un giglio simbolo di purezza) che venerano la Madonna Consolatrice con il bambino. La Madonna, come potete notare, si staglia sul profilo di Caramagna nel secondo decennio dell’800. Percorrendo la navata centrale si incontrano , appesi ai grandi pilastri, alcuni dipinti di scuola veneziana di autore ignoto raffiguranti la Via Crucis e un eccellente pulpito, mentre sul fondo si nota la presenza dell’organo costruito dalla ditta Vegezzi-Bossi nel 1856. Nel Presbiterio spiccano due grandi affreschi raffiguranti la Beata Caterina è raffigurata nel contesto delle nozze di Cana e le cerimonie che si tennero a Caramagna in occasione del 400° anniversario della morte della Beata Caterina proprio nel 1947. La cattedra abbaziale è una copia dell’originale settecentesco, mentre l’altare maggiore è in marmi toscani; dietro l’altare rimane una esile traccia di un affresco cinquecentesco raffigurante la Sepoltura di Gesù. Nell’abside si notano la Trasfigurazione e, sulla volta l’Adorazione. Due puttini seicenteschi affiancano sull’edicola che ospita il quadro (datato 1819) dell’Assunta con San Biagio, San Carlo Borromeo e due santi prelati. Il coro ligneo dei monaci intagliato risale al Settecento. La navata destra ospita anch’essa cinque cappelle. La prima è dedicata alla Beata Caterina Mattei, compatrona, nata a Racconigi nel 1486 e morta a Caramagna nel 1547. La pala d’altare, dipinta nel 1818 dal Comandù, dieci anni dopo la beatificazione, la raffigura accanto a san Biagio, altro protettore di Caramagna.Nella cappella è conservata in una bellissima urna in legno la reliquia della Beata Caterina Mattei. Segue la cappella dell’Immacolata Concezione, con l’altare in stucco marmoreggiato e la pala datata 1870, e quella di sant’Agnese dove si segnala la presenza di un bel telaio e stucchi tardo rococò, risalenti alla seconda metà del ‘700, epoca a cui risale anche la pala d’altare raffigurante la Madonna del Suffragio con Sant’Agnese. Segue la cappella del Carmine realizzata alla fine del ’700. La pala d’altare è un olio su tela settecentesco di autore ignoto, e raffigura la Madonna del Carmine con S. Giovanni Battista ed i re Magi ed infine la cappella del Sacro Cuore di Gesù: la sua struttura è la più antica, perché si ritiene fosse il braccio destro della croce latina dell’abbazia originaria. Alle pareti due affreschi raffiguranti il culto del Santo Patrono San Biagio, In antichità era la sacrestia della chiesa.
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