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Chiesa di San Lorenzo

Diocesi di Alessandria ( sec. XIV; XVIII )

Via San Lorenzo, 27, 15121, Alessandria

Una chiesa col titolo dei Santi Lorenzo e Clemente esisteva in Alessandria già in età prossima alla fondazione della città. Nel 1347-1350 avviene l’unione della chiesa urbana di San Lorenzo con quella di Santa Maria della Corte di Castellazzo Bormida, per cui i religiosi che officiavano la chiesa di Castellazzo si stabilirono in Alessandria e la chiesa parrocchiale di San Lorenzo fu denominata Collegiata di Santa Maria della Corte. Nel 1565 la visita pastorale segnala l’esistenza di problemi alle strutture dell’edificio (mancanza del pavimento e del tetto), per cui nel 1580 la chiesa viene sottoposta a un parziale intervento di restauro. Nel 1765 l’antica chiesa viene riunita alla Collegiata di Santa Maria della Neve, costretta a lasciare il quartiere di Borgoglio in seguito all’edificazione della Cittadella. Da questa unione ha origine la chiesa parrocchiale attuale. Il progetto si deve all’architetto Giuseppe Domenico Trolli e nel 1770 furono ultimati i lavori. La pianta a croce greca impostata su una base ellittica, con la riduzione del numero degli altari laterali e la compressione dei vani d’angolo, spinse l’architetto Trolli ad adottare il linguaggio barocco. Nel 1770 il pittore Pietro Antonio Pozzo iniziò la decorazione pittorica degli interni, di cui si ricorda l’Assunta nella volta centrale. La chiesa fu infine consacrata dallo stesso vescovo De Rossi il 26 luglio 1772, col titolo di “Insigne Collegiata di Santa Maria della Corte e della Neve, vulgo San Lorenzo”. L’attenzione del vescovo continuò anche successivamente, come testimonia il dono da lui effettuato del dipinto che raffigura San Francesco in gloria (1775), ancora conservato nella cappella di San Francesco di Sales; e comunque fino agli anni della dominazione francese la chiesa si arricchì continuamente di opere d’arte piemontesi e lombarde. La cosiddetta “età francese” (1807-1814) non arrecò particolari problemi alla chiesa: San Lorenzo vide conservata la propria funzione. Alla fine dell’Ottocento fu eseguito un restauro generale dell’edificio.

Lorenzo, originario della Spagna e trasferitosi a Roma per seguire il futuro Papa Sisto II, fu martirizzato nel 258 durante la persecuzione voluta dall'imperatore Valeriano, il 10 agosto, giorno ancora oggi a lui dedicato, sembra su una graticola messa sul fuoco ardente.
La cosiddetta “età francese” non arrecò particolari problemi alla chiesa. Anzi, proprio in quegli anni è testimoniata anche in San Lorenzo quella particolare forma di devozione – che potremmo dire corporativa – per la quale le varie organizzazioni professionali degli artigiani sceglievano l’affiliazione ad una specifica chiesa: nel caso in oggetto fu l’“Università dei Falegnami” a domiciliarsi presso la chiesa e ad avviare una speciale forma di devozione per il proprio patrono, San Giuseppe. Di questa stagione difficile si conserva una testimonianza importante: il calice in argento con cui il pontefice Pio VII, di passaggio in Alessandria verso la prigionia parigina, celebrò una messa nel 1809. Nel 1879 in San Lorenzo per la prima volta si celebrò il mese di giugno in onore del Sacro Cuore di Gesù: questa forma di devozione che anticamente era praticata presso la chiesa di Santa Maria di Castello, fu successivamente introdotta in altre parrocchie.
Tornando all’antica collegiata, il titolo di Madonna della Neve è il nome tradizionale per indicare Maria Madre di Dio come sancito dal Concilio di Efeso dove si era solennemente decretata la Maternità Divina di Maria. La sua memoria liturgica cade il 5 agosto. Secondo quanto narrato da vari autori cristiani, Giovanni era un ricco patrizio che viveva a Roma. Durante la notte del 4 agosto 352 d.C. egli avrebbe visto in sogno la Vergine Maria che chiedeva di costruire una basilica nel luogo dove il mattino seguente avesse trovato della neve fresca. E in quel luogo oggi sorge la basilica di Santa Maria Maggiore. Tra il XV e il XVIII secolo ci fu la massima diffusione delle chiese dedicate alla Madonna della Neve, con l’istaurandosi di tante celebrazioni locali. Il miracolo della neve estiva viene ricordato con una pioggia di petali di rosa bianca.

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