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Chiesa di Sant'Antonio Abate

Diocesi di Vercelli ( sec. XV )

via sant'Antonio, 13100, vercelli, vc.

Il 29 settembre 1490 alcuni confratelli staccatisi dalla confraternita di Sant’Anna diedero vita ad una nuova compagnia che prese il nome dal luogo nel quale si riunivano: Oratorio degli Angeli Michele e Raffaele.
La compagnia poi cambiò tale titolo con quello di Sant’Antonio quando nel 1548 ricevettero in gestione l’antica chiesa del Santo ricostruita in parte a partire dal XIV secolo. Ancora oggi si presenta come un piccolo edificio ad aula unica con un portichetto antistante; all’interno nel primo altare di destra si conservava una Madonna con Bambino di Giuseppe Giovenone il Giovane (ora al Museo Leone). Invece a sinistra, sempre nel primo altare, si conserva un affresco attribuito a Bernardino Lanino e collaboratori raffigurante il Cristo circondato dai dolenti. La confraternita ebbe un’importanza abbastanza grande e il suo archivio a partire dal XVI secolo contanva ben 13 cartelle e 20 pacchi di documenti.
Recenti interventi di restauro nel portichetto antistante hanno portato alla luce stralci dell’antica decorazione.
Nella chiesa di Sant’Antonio si conserva la macchina lignea di Gesù che porta la croce, di autore ignoto, molto probabilmente anteriore al 1759 in quanto in quell’anno la confraternita, insieme a quella di Santa Caterina, prese parte alla congregazione delle confraternite cittadine già dotate di macchina propria. La croce e la vernice non sono quelle originali. Dai registri della confraternita desumiamo che era previsto un compenso di 1,60 lire per coloro che portavano la macchina.

Antonio abate è uno dei più illustri eremiti della storia della Chiesa. Nato a Coma, nel cuore dell'Egitto, intorno al 250, a vent'anni abbandonò ogni cosa per vivere dapprima in una plaga deserta e poi sulle rive del Mar Rosso, dove condusse vita anacoretica per più di 80 anni: morì, infatti, ultracentenario nel 356. Già in vita accorrevano da lui, attratti dalla fama di santità, pellegrini e bisognosi di tutto l'Oriente. Anche Costantino e i suoi figli ne cercarono il consiglio. La sua vicenda è raccontata da un discepolo, sant'Atanasio, che contribuì a farne conoscere l'esempio in tutta la Chiesa. Sono attestati ben due viag: il primo fu per confortare i cristiani perseguitati ad Alessandria; mentre il secondo fu su invito di Atanasio per esortare gli stessi cristiani alla fedeltà verso il Conciliio di Nicea (325 d.C.) il quale non solo aveva dichiarato l'arianesimo eresia, ma aveva stilato alcune preghiere come il Credo che ancora oggi si recita durante le funzioni.
In antichità era diffuso un morbo chiamato "ignis sacer" che causava forti bruciori alla pelle; la malattia nota cho il termine ergotismo venina curata allora con il grasso dei maiali che cominciarono ad essere allevati sistematicamente. Nota all'epoca era la comunità degli Antoniani, monaci che si prendevano cura di ammalati ed indigenti, questi ottennero dal Papa di poter allevare e lasciar pascolare liberi i maiali con un piccolo campanellino al collo in modo che potessero essere riconosciuti. La malattia comniciò ad essere chiamato "fuoco di Sant'Antonio" ed il maiale divenne attributo del Santo. Nell'iconografia è raffigurato circondato da donne procaci (simbolo delle tentazioni) o animali domestici (come il maiale), di cui è popolare protettore. E' il protettore eremiti, monaci e di canestrai.
Ancora oggi, il 17 gennaio nella chiesa di Sant'Antonio a Vercelli la comunità si riunisce per celebrare la benedizione degli animali domestici con cani, gatti, uccellini, e tutti gli altri animali da compagnia piccoli o grandi.

Link esterni
Accessibilità

Il bene sarà visitabile negli orari indicati salvo celebrazioni liturgiche

Lun-Dom -

Info

cattedrale
Cattedrale di Vercelli
diocesi
Vercelli
tipologia edificio
Confraternite
indirizzo
via sant'Antonio, 13100, vercelli, vc.
mail
beni.culturali3@arcidiocesi.vc.it

Servizi

accessibilità
si
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true
didattica
sconosciuto
accompagnamento
sconosciuto
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sconosciuto
punto ristoro
sconosciuto

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