La chiesa di Santa Maria de Flisco de Rocheta, distinta dal luogo di Rocchetta, sorge nel più antico luogo scomparso di Fiesco e nella prima metà del Duecento appare come dipendenza dell'abbazia benedettina di Pomposa; già nel Trecento, per la scomparsa di Fiesco, diviene cappella campestre, ma sempre oggetto di particolare devozione locale, poiché diversi personaggi dei luoghi vicini vi facevano lasciti e chiedevano di essere sepolti nei pressi. Successivamente la chiesa passò al Seminario di Asti, da cui dipendeva nel 1585, quando il subdelegato del visitatore apostolico mons. Peruzzi ne ordinò il rifacimento del tetto, l'intonacatura e la realizzazione del pavimento. Nel 1838 la cura della chiesa spettava ancora al Seminario, ma era in pessime condizioni, necessitando di riparazioni all'interno, sprovvista di pavimento, di ogni ornamento e del necessario per la celebrazione della messa.
Gli elementi romanici superstiti della costruzione – cornice absidale, monofore, tessitura muraria a “spina di pesce” - portano a datare la costruzione fuori terra tra XI e XII sec. La denominazione più diffusa della chiesa Madonna delle Ciappellette è da collegare alla particolare muratura che la costituisce formata da frammenti di cotto detti in dialetto “ciapele” e ciottoli fluviali legati con malta.
La chiesa ha pianta rettangolare, voltata a crociera, e termina con abside semicircolare voltato a semicatino. La facciata è a capanna delimitata da paraste che sorreggono un timpano triangolare. La porta di ingresso con arco a sesto acuto è circondata da una cornice di mattoni intonacati e sormontata da un oculo quadrilobato.
All’interno le decorazioni sono ottocentesche sulle volte, sulle pareti laterali e sul catino absidale dove sono stati rinvenuti lacerti di pitture a fresco di foggia cinquecentesca.
La chiesa sorge isolata nella campagna lungo la strada che collega Rocchetta Tanaro a Nizza Monferrato in prossimità di un’antica ansa del Tanaro (flexo); più volte invasa dalle acque, ancora nel 1948, conserva elementi seminterrati della costruzione originaria – monofore nell’abside, archi e porta nell’aula, resti di fondazione di due cappelle absidali ; colpisce i passanti per le sue vivaci colorazioni e le aperture coronate da archi a sesto acuto.