L’attuale edificio risale alla fine del 1700, quando a causa dell’umidità e della ristrettezza, si procedette all’abbattimento della struttura precedente, fondata nel secolo XIV dal nobile Antonio Pelletta dei signori di Cassinasco e del Castello di Calamandrana. Le visite pastorali ed alcuni documenti descrivono e testimoniano l’edificio antico, di cui rimangono due statue lignee: la Madonna del Carmine, collocata in Sacrestia, e il San Giuseppe, collocato nella seconda cappella a sinistra.
Mons. Carlo Luigi Buronzo, vescovo di Acqui, esortò la popolazione per un radicale rifacimento della chiesa, affidato al malcantonese Domenico Pedrotta e al nicese Biagio Pizzorno. I lavori terminarono nel luglio del 1801 ma vennero protratti fino al 1817 a seguito di una abbondante nevicata che provocò il crollo del tetto e dei soffitti, dal pulpito fino alla porta di ingresso. Al pittore ossolano Lorenzo Peretti vennero commissionati gli affreschi nella zona presbiteriale e nelle cappelle laterali. L’aspetto attuale della chiesa è fortemente determinato dagli interventi coordinati da Giovanni Servetti, parroco dal 1936 al 1967. Durante la sua Amministrazione vennero sistemate nell’attuale collocazione le statue dell’Immacolata Concezione e di San Rocco, provenienti dall’adiacente oratorio dello Spirito Santo, abbattuto intorno al 1931. Ad esse si è recentemente aggiunta la statua di Sant’Antonio di Padova, fino al 2009 collocata nel Santuario della Madonna di Loreto.