Chiese a porte aperte
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Chiesa di Santa Maria Assunta o chiesa dei Morti
Diocesi di Torino ( sec. XII; XV )
Via Maestra, 1 10020 Marentino (TO)
Sulle colline del chierese, poco lontano da Pecetto, si trova la chiesa di Santa Maria Assunta di Marentino. L’edificio, oggi collocato poco fuori dal centro storico, è detto anche “dei Morti”. Costruito nel XII secolo, vede nel tempo vari aggiornamenti, tra cui quello della decorazione interna. Gli affreschi superstiti sono collocati nella zona dell’abside, coprendone le pareti e la semicalotta.
Nel registro inferiore, partendo da sinistra sono raffigurati San Cristoforo con Gesù Bambino sulle spalle e, accanto, San Giacomo. La devozione per questi due santi, protettori dei pellegrini, sottolinea che questa cappella sorta su uno degli itinerari più frequentati in epoca medievale: la Via Francigena.
Seguono san Sebastiano, la Madonna del Latte e un gruppo di tre santi di cui si identifica al momento solo Valeriano.
Nel catino è invece dipinto un Compianto sul Cristo Morto con la Madonna che sorregge il figlio, affiancata da santa Lucia e da santo Stefano. Lo sfondo riporta elementi decorativi realizzati con degli stampini con diverse tonalità di verde.
Le scene del San Cristoforo, San Giacomo, dei tre santi e del Compianto sono opera del pittore chie-rese Guglielmetto Fantini, che qui interviene nella prima metà del Quattrocento. Altri suo interventi sono visibili nel duomo di Chieri e a Pecetto nella chiesa di San Sebastiano.
L’iconografia di san Cristoforo, protettore dei viaggiatori
L’immagine più frequente di san Cristoforo raffigura un gigante barbuto che porta sulla spalla Gesù Bambino, che regge il mondo sulla punta delle dita, aiutandolo ad attraversare le acque di un fiume.
Questa immagine risale ad una delle leggende agiografiche più note relative al santo, martirizzato a Samo, in Licia. Secondo questa tradizione, il suo vero nome era Reprobo, ed era un gigante che desiderava mettersi al servizio del re più forte del mondo.
Giunto alla corte di un re che si riteneva invincibile, si mise al suo servizio, ma un giorno si accorse che il re, mentre ascoltava un menestrello che cantava una canzone che parlava del diavolo, si faceva il segno della croce. Gli chiese come mai, e il re gli rispose che aveva paura del diavolo, e che ogni volta che lo sentiva nominare si faceva il segno della croce per cercare protezione. Il gigante si mise allora alla ricerca del diavolo, che giudicava più potente del suo re. Non gli ci volle molto per trovarlo, e si mise a servirlo e a seguirlo. Ma un giorno, passando per una via dove c’era una croce, il diavolo cambiò strada. Reprobo gli chiese per quale motivo l’avesse fatto, e il diavolo fu costretto ad ammettere che su una croce era morto Cristo e che lui davanti alla croce era costretto a fuggire spaventato. Reprobo allora lo abbandonò e si mise alla ricerca di Gesù Cristo. Un eremita gli suggerì di costruirsi una capanna vicino ad un fiume dalle acque pericolose e di aiutare, grazie alla sua forza e alla sua statura gigantesca, i viandanti ad attraversarlo; certo Cristo ne sarebbe stato felice e forse un giorno si sarebbe manifestato a lui. Un giorno il gigante buono udì una voce infantile che gli chiedeva aiuto: era un bambino che desiderava passare sull’altra riva. Il gigante se lo caricò sulle spalle e cominciò ad attraversare le acque tumultuose; ma più si inoltrava nel fiume, più il peso di quell’esile fanciullo aumentava, tanto che solo con molta fatica il gigante riuscì a raggiungere la riva opposta. Lì il bambino rivelò la propria identità: era Gesù, e il peso che il gigante aveva sostenuto era quello del mondo intero, salvato dal sangue di Cristo. Questa leggenda, oltre ad ispirare l’iconografia occidentale, ha fatto sì che San Cristoforo fosse invocato patrono dei barcaioli, dei pellegrini e dei viandanti.
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Lun-Dom | 09:00 - 18:00 |
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- Via Maestra, 1 10020 Marentino (TO)
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- 011.9435000
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