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Cappella di San Pietro

Diocesi di Saluzzo ( sec. XV )

Sentiero dei Ciclamini, 12020, Macra, CN

La Cappella di San Pietro di Macra (popolarmente detta di San Peyre di Alma) sorge sulla sinistra orografica della Val Maira, circondata da antichi vigneti assolati oggi recuperati. È posta lungo il sentiero che parte dalla borgata Bedale, transita sotto il portico antistante l'ingresso, e sale verso la borgata Camoglieres. Sul colmo del tetto svetta il campanile a vela di matrice romanica. Esternamente, sul prospetto principale, è affrescata l’Annunciazione, a coprire in parte più antiche raffigurazioni di Santi, mentre sulla facciata ovest si colgono i lacerti di un imponente San Cristoforo. Possiamo immaginare che l’elemento architettonico del portico fungesse da riparo per pellegrini, viandanti, pastori e mercanti che solcavano la mulattiera in tutti i periodi dell’anno.
All’interno, sulla parete di fondo, in corrispondenza dell’antico altare, circa nella seconda metà del Seicento, è stata affrescata una Madonna col Bambino tra i Santi Pietro Paolo, avente sullo sfondo una veduta ideale del borgo di Macra calato in un paesaggio montuoso. Il piccolo Gesù porge a Pietro le chiavi, mentre la Vergine compatrona della Cappella indica la spada di Paolo. Rimanendo sulla parete di fondo, da sinistra verso destra si riconoscono il beato Pietro da Lussemburgo in preghiera, con l’arme gentilizia della sua famiglia ben in evidenza, un devoto orante da identificare nel presunto committente del ciclo pittorico quattrocentesco, i Santi Pietro e Paolo. Proprio al cardinale Pietro da Lussemburgo era intitolata la Cappella ancora agli inizi del Seicento (patrono di Avignone, fu particolarmente legato in vita all’amico fraterno Amedeo di Saluzzo, cardinale anch’egli, e figlio del marchese Federico II). Le quattro vele della volta, ripartita dai costoloni che si incrociano nella chiave scolpita e recante uno stemma, presentano la raffigurazione dei Dottori della Chiesa latina, seduti in ricchissimi scranni e impegnati nella stesura dei rispettivi testi sacri su lunghi e svolazzanti cartigli. I volti perduti dei Santi Gregorio, Ambrogio, Agostino e Gerolamo portano i segni della furia iconoclasta abbattutasi su tutte le figure negli anni delle guerre di religione, a partire dal 1540 circa. La grande lunetta di sinistra presenta episodi della Vita di Cristo: dall’alto verso il basso, la Natività e l’Annuncio ai pastori, l’Adorazione dei Magi e la Presentazione al Tempio (o forse la Circoncisione). La lunetta di destra reca tre episodi delle Storie di San Martino, tra i quali si riconoscono San Martino e il povero e la Rinuncia di San Martino alle armi. La devozione per il Vescovo di Tours, manifestata attraverso la raffigurazione di episodi giovanili della sua agiografia, può essere stata dettata dai committenti, e certo rimanda alla forte vocazione agricola dell’area. Sulla destra della parete di fondo, tra le bande nera e rossa che dividono il velario dalla parte superiore, il pittore Tommaso Biazacci di Busca ci ha lasciato la sua firma, con la data forse del 1470. Tale cronologia, e l’attribuzione al pittore buschese e alla sua fiorente bottega familiare, ben si addicono all’intera campagna decorativa del piccolo sacello. Sulla controfacciata, intorno alla porta d’ingresso, sopravvivono i lacerti dell’Annunciazione e due figure di Santi (un Vescovo benedicente e Agata).

Sul velario che corre su tre della quattro pareti venne affrescata una rara Danza macabra, monito rispetto all’ineludibilità della morte, ed esortazione a viver bene. Fatte salve le eccezioni presenti, ad uno scheletro ballerino segue un malcapitato: i due elementi della coppia danzante dialogano tra loro, come in una festa dei folli. Il testo e la sua raffigurazione si snodano da sinistra verso destra e partono con l’immagine lacunosa di un frate narratore seguito da un papa, un imperatore, un cardinale, un re, un vescovo, un soldato, un abate, un usuraio, una donna, un frate, un mercante, in alternanza con la Morte (in un caso impersonata dalla figura femminile). I testi in antico occitano e i dipinti di Macra risentirebbero dell’archetipo parigino del cimitero dei Saints Innocents, dove nel 1424 venne dipinta la più antica rappresentazione conosciuta della Danza, e dove il beato Pietro da Lussemburgo avrebbe voluto essere sepolto nel caso in cui la morte l’avesse colto lontano da Avignone.

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Lun-Dom 09:00 - 18:00

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Il bene sarà visitabile negli orari indicati salvo celebrazioni liturgiche

Le site pourra être visité durant l'horaire indiqué sauf en cas de célébrations liturgiques

Infos

cathédrale
Cattedrale di Saluzzo
diocèses
Saluzzo
type d'édifices
Antiche cappelle
adresse
Sentiero dei Ciclamini, 12020, Macra, CN
tél
+39 0171 900225
email
parrocchie.valle.maira@gmail.com

Services

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