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Chiesa di Sant'Andrea
Diocesi di Torino ( sec. XVII; XIX )
Piazza Caduti per la Libertà, 13 12042, Bra (CN)
La chiesa di Sant’Andrea ebbe origine nel 1672 a seguito di un ciclo di predicazioni dei padri Gesuiti, chiamati a Bra nel tentativo di sedare le gravi discordie tra i Confratelli della Misericordia (Battuti Neri) e quelli della Santissima Trinità (Battuti Bianchi). Le predicazioni suscitarono nei Braidesi grande fervore religioso, che si concretò nella costruzione di una nuova chiesa, dedicata al Santissimo Sacramento. Particolarmente impegnato nella promozione del progetto fu Padre Cattaneo che, per dare maggiore risalto all’edificio fece eseguire il disegno della facciata a Roma da Gian Lorenzo Bernini, architetto pontificio, che non venne mai a Bra ma inviò il progetto a Torino, a Guarino Guarini, architetto del duca di Savoia, affinché ne curasse l’adattamento al luogo e seguisse i lavori. Secondo le testimonianze storiche Guarini si recò a Bra nel 1672, i lavori proseguirono per dieci anni e nel 1682, terminati il coro e il presbiterio, si celebrò la prima Messa. Solo alcuni anni dopo si edificò la parte restante e nel 1687 la chiesa fu ritenuta completa. Il disegno di Bernini era stato in parte ridimensionato. Nel 1765 la chiesa fu destinata ad uso militare e servì come magazzino per l’esercito francese e austro-russo, subendo gravi danni. Furono distrutti molti altari, fu disfatto e venduto il pavimento di pietra, così come i gradini e la finestra dell’altare maggiore. Durante il dominio napoleonico, il Comune di Bra esercitò molte pressioni affinché l’edificio, ormai sconsacrato, venisse trasformato in un’ala del mercato. L’opposizione del clero e dei cittadini lo impedirono, e nel 1813 furono avviati i lavori di restauro, che comportarono il rifacimento degli stucchi, degli altari e di parte delle pitture. A partire dal 1816 divenne parrocchia e cambiò intitolazione a Sant’Andrea. Intorno al 1860 fu costruita la Sacrestia a pianta ellittica, che sostituisce la precedente. Il progetto è di Carlo Reviglio della Veneria. La chiesa, con pianta a tre navate, ha una movimentata facciata barocca nella quale la parte centrale rettilinea è affiancata da due corpi laterali concavi, posti obliquamente.
La devozione al Rosario è ripetutamente attestata in Sant’Andrea con due opere di Giovanni Claret, raffiguranti l’una la Madonna del Rosario e l’altra la Battaglia di Lepanto.
La Madonna del Rosario è datata 1642 ed è conservata nell’ultima cappella della navata sinistra. La datazione è certificata da un Ordinato Comunale del 27 ottobre 1642 dal quale risulta che la Compagnia del Rosario chiese un sussidio al Comune allo scopo di pagare questo dipinto, che sarebbe stato terminato per la festa di Natale. La tela originariamente si trovava nella chiesa di San Vincenzo Ferreri, dove, fino al 1618, aveva sede la Compagnia del Rosario. Il dipinto raffigura la Madonna del Rosario che, circondata da angeli e putti, sovrasta le figure di San Domenico e di Santa Caterina da Siena che riceve il Rosario. A destra un gruppo di figure si affolla intorno al Beato Alano, mentre il Santo inginocchiato in primo piano è San Pio V.
Al Rosario è frequentemente attribuito anche un altro miracolo: quello di avere sconfitto l’Islam e le eresie protestanti nella battaglia navale di Lepanto (1571). E’ per questo motivo che la Compagnia del Rosario ordinò a Claret una raffigurazione della battaglia per collocarla nella propria cappella. Su questa grande tela, pagata al pittore 300 L., si affollano un gran numero di imbarcazioni e una straordinaria moltitudine di uomini, nella quale i Turchi emergono con i loro tipici costumi e i turbanti bianchi. Vi compaiono inoltre le bandiere degli stati cristiani che, esortati da Papa Pio V, aderirono all’Alleanza (fra queste si può riconoscere anche quella dei Savoia). A questa umanità sovrasta la Madonna del Rosario. Oggi l’opera è collocata nella sacrestia della chiesa.
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