Chiese a porte aperte Share Tweet il mio itinerario ?
Chiesa di Sant'Agata
Diocesi di Vercelli ( sec. X; XVI; XIX )
piazza Roma, 13048, Santhià, Vc
Le fonti attestano che nel 1181 la chiesa di Santhià per "antica fama e continua tradizione" era stat dotata e arricchita di numerose prebende e donazioni dall'Imperatore Carlo il Grosso. In quegli anni doveva dunque esistere una chiesa o una pieve con tanto di campanile, infatti sotto l'attuale presbiterio sono ancora conservate tracce di questo primo impianto romanico denominato Scurolo di Santo Stefano e databile intorno al 1125-1150. Questo impianto andò perduto nel XVI secolo anni in cui infuriarono per tutto il territorio della diocesi aspri scontri tra le artiglierie imperiali, i capitani di ventura e i signori locali. Dunque la chiesa, ricostruita a partire dalla seconda metà del Cinquecento, subirà poi una seconda ricostruzione in stile neoclassico nel 1836 ad opera del progettista Giuseppe Talucchi. La chiesa ora appare ancora con la facciata neoclassica preceduta da un ampio pronao esastilo che fa da contrappunto al massiccio campanile che seppur ricostruito mantiene quasi intatte le sue forme romaniche. L'interno è suddiviso in tre navate separate da eleganti pilastri in marmo bianco che sorreggono le imponenti volte a botte del presbiterio e delle navate laterali. l'apparato decorativo di notevole pregio e buona stato di conservazione è ad opera dei decoratori: Paolo Emilio Morgari, Luigi Hartman e Carlo Costa. Opera di squisito pregio è infine il polittico a dieci tavole dipinto da Gerolamo Giovenone raffigurante la Madonna con Bambino, Sant'Agata e Santi cari alla devozione locale.
Al di sotto del presbiterio è ancora visibile la cripta-scurolo di Santo Stefano un ambiente molto meno trionfale che conserva le le volte a crociera e le colonne lapidee tipiche dell'epoca romanica.
Sant’Agata il cui nome in greco Agathé, significa "buona", fu martirizzata verso la metà del III secolo, alcuni reperti archeologici risalenti a pochi decenni dalla morte, attestano che il suo culto prese piede tra i cristiani fin da epoca antichissima.
La Santa nacque nei primi decenni del III secolo a Catania in una ricca e nobile famiglia di fede cristiana. Verso i 15 anni volle consacrarsi a Dio. Il vescovo di Catania accolse la sua richiesta e le impose il velo rosso portato dalle vergini consacrate. Il proconsole di Catania Quinziano, ebbe l'occasione di vederla, se ne invaghì, e in forza dell'editto di persecuzione dell'imperatore Decio, l'accusò di vilipendio della religione di Stato, quindi ordinò che la portassero al Palazzo pretorio. I tentativi di seduzione da parte del proconsole non ebbero alcun risultato. Furioso, l'uomo imbastì un processo contro di lei. Interrogata e torturata Agata resisteva nella sua fede: Quinziano al colmo del furore le fece anche strappare o tagliare i seni con enormi tenaglie. Ma la giovane, dopo una visione, fu guarita. Fu ordinato allora che venisse bruciata, ma un forte terremoto evitò l'esecuzione. Il proconsole fece togliere Agata dalla brace e la fece riportare agonizzante in cella, dove morì qualche ora dopo. Era il 5 febbraio 251 d.C.
Dopo un anno esatto, il 5 febbraio 252, una violenta eruzione dell’Etna minacciava Catania, molti cristiani e cittadini anche pagani, corsero al suo sepolcro, presero il prodigioso velo che la ricopriva e lo opposero alla lava di fuoco che si arrestò; da allora s. Agata divenne non soltanto la patrona di Catania, ma la protettrice contro le eruzioni vulcaniche e poi contro gli incendi.
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