Dalla II metà del secolo XV i Carmelitani ebbero un ruolo fondamentale nelle vicende storiche ed amministrative delle chiese di Cremolino. Una prima presenza, voluta dalla Comunità di Cremolino, è documentata già nel 1440 quando Frate Guillielmino inviato dal Padre Provinciale divenne, con licenza vescovile, amministratore delle quattro parrocchie (San Benedetto presso il castello, Santa Maria della Bruceta, San Biagio e Sant’Agata), tre delle quali erano ormai abbandonate.
Il 22 giugno 1473 Sisto IV decretò la soppressione delle tre rettorie “extra oppidum”, rimaste prive di parrocchiani “già da lunghissimo tempo poiché gli abitanti dei loro borghi si erano trasferiti per motivi di sicurezza nella parte fortificata del villaggio, situata alla sommità del colle attorno al castello”, inoltre la chiesa “intra moenia” di San Benedetto prese il titolo di S.S. Vergine Madre di Dio Maria del Monte Carmelo, poi semplificato in N.S. del Carmine ed in essa si eresse, in memoria, un altare in onore di San Benedetto.
I carmelitani già dal 1459 rafforzarono la loro presenza a Cremolino con la costruzione di un Convento, con il benestare di Pio II.
La Comunità di Cremolino cambiò nei secoli i feudatari ma la guida della parrocchia rimase ai Carmelitani fino al 1806, anno in cui le leggi napoleoniche soppressero i conventi.
La storia della parrocchia, insieme a quella della Comunità carmelitana, è stata purtroppo in gran parte cancellata a causa di un incendio che distrusse il Convento carmelitano di Savona, dove erano custoditi, dopo la soppressione, i documenti.
La chiesa di N. S. del Carmine fu ricostruita e ampliata nella II metà del secolo XIX, con una delibera dell’Amministrazione: nell'anno 1892 il Canonico don Carlo Turco benediceva la nuova Chiesa Parrocchiale.