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Museo Diocesano di Pinerolo
Diocesi di Pinerolo
Via del Pino 49/51, 10064, Pinerolo (TO)
Il Museo Diocesano di Pinerolo è collocato nel cuore del centro storico medievale, e precisamente nel Palazzo Vescovile, quest’ultimo già esistente a metà XVIII secolo perché in precedenza era stato la sede del governatore della città. La parte dell’edificio su via Vescovado è più antica, mentre quella su via del Pino veniva realizzata su disegno dell’ingegner Cambiano tra il 1906 e il 1910, sottraendo spazio al preesistente giardino. In un primo tempo vi si installava al pianterreno un teatro pubblico, e al primo piano una cappella ad uso di compagnie laicali. Nella seconda metà del secolo il teatro veniva adibito a cinema, e la cappella a palestra. Finalmente tra il 1995 e il 1997 la palestra veniva trasformata nella attuale “Sala Pacem in Terris”, e il cinema nel “Museo Diocesano”. L’allestimento interno di quest’ultimo è stato curato dal professor Mario Marchiando Pacchiola.
Storia, culto e bellezza: si può sintetizzare così il Museo, il primo del genere sorto in Piemonte nel 1997, a due passi dalla Cattedrale di San Donato. Queste tre parole racchiudono il cammino di uomini e donne attraverso oltre 250 anni di presenza vescovile: la Diocesi di Pinerolo venne infatti fondata nel 1748. Storia, culto e bellezza ”leggibili” nelle pitture e nelle sculture, nelle stoffe e nei metalli, nelle suppellettili liturgiche, nelle carte d’archivio. Qui si può venire per conoscere i momenti più vivi della tradizione, qui si può venire a vedere la bellezza dell’arte e dell’alto artigianato, che ha scandito ore di culto, di preghiera, di contemplazione. Qui veramente si esplica quella esigenza riaffermata in tempi contemporanei: “la Chiesa ha bisogno dell’arte”. Questa piccola porzione di popolo ha conservato la memoria nelle chiese, nelle cappelle, nei piloni votivi tra pianura, campagna e valli, ma qui al Museo Diocesano sono valorizzate e tutelate quelle espressioni che nel luogo d’origine non avrebbero facile ed immediata lettura, talvolta perché appartenenti ad un passato liturgico, altre volte perché la precarietà della precedente collocazione ne avrebbe compromesso la conservazione.
Le opere pittoriche esposte appartengono prevalentemente al XVII secolo: notevole la grande pala raffigurante “San Michele e gli angeli ribelli”, copia da originale perduto di Peter Paul Rubens, e quella con “La fuga in Egitto” copia di un dipinto perduto di Nicolas Poussin, ancora la grande tela della “Visitazione” di Lorenzo e Pietro Dufour (1699 circa), timbrata dai gigli del Re di Francia. All’ambito franco-piemontese è da ascriversi la solenne tela con “Madonna con Bambino e putti angelicati” in cornice lignea dorata proveniente dalla parrocchiale di Prarostino. Di un certo rilievo la tela con “San Carlo Borromeo e Madonna con Bambino” appartenente alla cerchia di G. A. Molineri (1577-1631), le due icone di “Sant’Anna” e “San Gioacchino” provenienti dalla chiesa gesuita di San Giuseppe in Pinerolo, assieme ad una copia della pala “Madonna della benedizione” del Guercino riletta da Peyroleri. Spiccano nell’itinerario pittorico saggi autorevoli di Enrico Reffo e della sua scuola torinese (presso l’Istituto degli Artigianelli fondato da Leonardo Murialdo), di Giuseppe Rollini e di epoca recente (metà del XX secolo), immagini di Mario Caffaro Rore, Pietro Favaro, Angelo Capelli, Nani Tedeschi, Alessandro Nastasio, Floriano Bodini, e Michele Baretta, al quale è riservato un notevole spazio per l’esposizione dei suoi cartoni per affreschi realizzati nel territorio pinerolese e piemontese. Vanno infine citati, molto più antichi delle opere finora descritte, gli affreschi quattrocenteschi strappati dall’esterno della chiesa parrocchiale di San Donato in Frossasco, raffiguranti un San Giovanni Battista ed un San Cristoforo.
Nella scultura eccellono il gruppo ligneo policromo costituito dalla “Vergine addolorata con l’apostolo Giovanni” ed il gruppo raffigurante la Fede e un angelo (entrambi attribuiti a Francesco Ignazio Perucca, sec. XVIII), una “madonna con Bambino” con finitura argentata (sec. XVII), una “Pietà” di raffinata concezione a tutto tondo ligneo e con velatura argentata (sec. XVI) e un “Crocifisso” con policromia degli incarnati e doratura del panneggio, quest’ultima scultura proveniente dalla chiesa di San Bernardino in Pinerolo. Della metà del XX secolo sono alcuni rilievi di modelli originali in gesso o bronzo di autori come Manfrini, Greco, Fazzini, Rudelli. La medaglistica offre saggi di Manzù, Scorzelli.
Le suppellettili abbracciano i secoli XVI a XX con candelabri in legno dorato, bastoni pastorali dei vescovi, anelli e croci, pettorali e calici, pissidi cesellate; preziosa e originale quella creata da Luigi Aghemo, che riproduce la cupola della basilica di San Pietro.
Notevoli inoltre i paramenti in tessuto ricamato, tra i quali spicca la parure donata da Carlo Alberto alla cattedrale di Pinerolo in occasione della promulgazione del regio editto che sancì la concessione di diritti civili e politici ai valdesi (1848).
Si può inoltre ripercorrere la storia di Pinerolo e del pinerolese seguendo il percorso storico, tracciato mediante l’esposizione in vetrine di documenti e carteggi in originale provenienti dall’Archivio Storico Diocesano. Il più antico risale al 1065 ed è una bolla di Cuniberto, vescovo di Torino, fino a giungere alla bolla di istituzione della Diocesi e alle nomine dei Pastori più recenti.
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©Foto Remo Caffaro
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