Chiese a porte aperte Share Tweet il mio itinerario ?
Chiesa di Santa Caterina d'Alessandria (detta anche di San Domenico)
Diocesi di Vercelli ( sec. XV; XVIII )
Corso Cavour, Trino
Trino è un comune della provincia di Vercelli, in Piemonte, poco discosto dalla riva sinistra del Po ed ai piedi delle colline del Monferrato.
Il primo insediamento è di probabile origine celtica. Il toponimo originario, Rigomagus, significa infatti "mercato del re" in tale lingua. Dal II secolo a.C. Rigomagus fu sede di una mansio romana (una stazione di posta, citata nell'Itinerarium Burdigalense) di una certa importanza, strategicamente posizionata in prossimità del guado sul fiume Po ed all'incrocio tra le vie militari che univano la Civitas Taurini (Torino) con Ticinum (Pavia) ed in seguito Augusta Praetoria (Aosta) con la Civitas Asta (Asti).
Nei secoli passati, la città fu più volte al centro di importanti manovre militari e politiche e nel XVII secolo fu anche elevata a Provincia sotto i Savoia.
La città fu colpita duramente dall'alluvione del 1994 e più ancora da quella del 2000.
La chiesa di Santa Caterina d'Alessandria (detta anche chiesa di San Domenico) è un luogo di culto cattolico della città di Trino, in provincia di Vercelli. La chiesa, a tre navate con volte a crociera e campanile gotico, fa parte del complesso dell’ex convento dei frati domenicani.
La chiesa, consacrata nel 1452, nel XVIII venne ampliata e nel 1908 venne restaurata.
L'originaria struttura gotica della chiesa è stata modificata da una facciata neoclassica e, all'interno, e con l'aggiunta di cappelle. Una di esse è dedicata alla beata Maddalena Panattieri, terziaria domenicana nata e vissuta a Trino (1443 – 1503), che qui veniva a pregare.
All'interno della chiesa si conserva, di particolare pregio, la tela raffigurante "la Gloria dei Santi Domenicani" del pittore Pietro Paolo Operti, risalente al XVIII secolo.
Sempre facente parte del convento domenicano, a pochi passi dalla chiesa, si trovano i resti suggestivi dell'antico chiostro quattrocentesco.
Cappella della Beata Maddalena Panattieri:
La cappella, così come la vediamo oggi, è frutto del lavoro di svariate generazioni, a cominciare dal XVI secolo.
La volta in stile barocco è ovale e coronata da un cupolino, mentre l'altare è in marmo policromo ed è dotato di tabernacolo per le benedizioni eucaristiche. La pala dell'altare rappresenta la beata Maddalena in quanto protettrice di Trino: si vede il Redentore in procinto di scagliare le frecce della sua ira contro l'Italia e la beata mentre implora perdono e misericordia per i suoi concittadini. La pala d'altare è databile intorno al 1750, ad opera del pittore Pietro Paolo Operti di Bra.
Le pareti sono ornate da due grandi teli ovali con cornice marmorea. Il quadro a lato del Vangelo raffigura la beata accanto alla Madonna e tiene in braccio il Bambino, mentre il quadro dall'altro lato dell'altare è dedicato ad un miracolo compiuto per sua intercessione quando era ancora in vita (guarigione di un bambino nato cieco).
A destra ed a sinistra dell'altare vi sono due nicchie chiuse con vetro e grata. In quella del lato dell'epistola si conservano la Reliquia della mano, mentre a fianco a questa vi sono ex-voto d'argento e sopra di essa uno più grande, con quest'ultimo il Terz'Ordine di San Domenico volle esprimere la sua devozione verso la beata consorella, in occasione del 4° centenario della sua morte, celebrato con grande solennità nel 1903. Nell'altra nicchia si conservano oggetti usati dalla Beata Maddalena.
Beata Maddalena Panattieri:
La beata Maddalena Panattieri (Trino, 1443 - 13 ottobre 1503) vestì giovanissima l’abito del Terz’Ordine di San Domenico, abbracciando con gran fervore tutte le austerità dell’Ordine. Fu lei a convincere i Domenicani di Trino ad abbracciare la stretta osservanza restaurata da Raimondo da Capua.
Inizialmente, le opere di Maddalena Panattieri furono più che altro di misericordia. Ebbe una speciale predilezione per i fanciulli, nei quali vedeva l'innocenza e l'avvenire del mondo. Invece, il successo maggiore lo ottenne, non tanto come predicatrice, quanto come maestra di spiritualità. Maddalena Panattieri catechizzava in una piccola cappella accanto alla chiesa dei Domenicani di Trino e le sue modeste conferenze furono destinate, sul principio, a un gruppo di donne. A poco a poco, qualche uomo si unì alle donne ed anche i sacerdoti del luogo si sentirono attratti dalla parola ispirata della terziaria domenicana. La Panattieri insisteva soprattutto sulla riforma dei costumi e, per merito della Panattieri, Trino divenne un centro di predicazione. Il Priore generale dei Domenicani vi giunse da Milano e da ogni parte del Piemonte molti predicatori si recarono a Trino per ascoltarla.
Il Marchese di Monferrato ebbe per lei particolare venerazione e la chiamava la "sua mamma" ma, nonostante la fama, la terziaria domenicana dette sempre prova di profonda umiltà.
Si narra che predisse la sua morte, avvenuta il 13 ottobre 1503 e, quando fu in agonia, intonò l’inno “Jesu nostra Redemptio” e “l’Ave Maris stella”.
Papa Leone XII il 26 settembre 1827 ha confermato il culto. Il suo corpo, sepolto nella chiesa conventuale, fu subito oggetto di molta venerazione. Nascosto nel secolo XVII nel vicino oratorio di San Pietro Martire, fu rinvenuto nel 1964. Nel 1970, con l'autorizzazione della Santa Sede, fu solennemente ricollocato nella chiesa.
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