La chiesa di San Giovanni fu l’antica parrocchiale dell’abitato di Roccaverano fintanto che il nuovo insediamento, cresciuto intorno al castello, ne richiese una nuova, edificata nel 1509: San Giovanni divenne così una cappella campestre con funzioni cimiteriali.
Dell’edificio romanico restano intatti i primi due ordini del campanile, mentre della fase medievale rimangono gli affreschi e le forme gotiche che lo contraddistinguono.
Il cosiddetto maestro di Roccaverano e aiuti affrescarono l’interno dell’edificio probabilmente alla fine del secolo XV: di grande effetto sono le vegetazioni e le stoffe damascate che vestono i personaggi ed alcune ambientazioni che ricordano i codici miniati di fine Trecento e inizi quattrocento, gli interni sono costruiti come scatole aperte verso lo spettatore.
La committenza è indicata in una iscrizione mutila che riporta la data 1502 ed il nome Simonis Galesii, inoltre due stemmi dipinti sull’arco absidale rappresentanti le armi degli Scarampi e dei Bruno (o della famiglia De Pasqualibus) potrebbero indicare ulteriori committenze.
L’autore, con la sua bottega, si muove in un’area geografica delimitata anche da un ambito culturale ben preciso: i territori sono quelli dell’Appennino ligure-piemontese di antica pertinenza carrettesca: lo ritroviamo così a Murialdo, a Millesimo e a Calizzano, a Spigno Monferrato, a Monticello presso Finale Ligure.