San Carlo Borromeo: arti figurative e politica religiosa
Figura fondamentale non solo per Milano, la Lombardia e il Piemonte orientale, San Carlo Borromeo prosegue nelle arti figurative la politica religiosa che è logica conseguenza alle deliberazioni del Concilio di Trento. Queste riguardarono l’arte in maniera relativa, ma è da quelle indicazioni generali che si elaboreranno modelli e limiti del fare artistico. Caso esemplare la forma del tempio. Il Rinascimento, nella sua visione cosmologica, aveva ritenuto che la pianta centrale (iscritta in un cerchio e in un quadrato, come l’uomo vitruviano di Leonardo) fosse il raggiungimento della perfezione d’arte. Lo stesso San Pietro fu proposto inizialmente a pianta greca. Restano molte Madonne di Campagna, fra cui quella di Varallo, a testimoniare questa ricerca, superata dai precetti controriformistici che imponevano la croce latina, la chiesa in cui l’altare è posto sotto la cupola, all’incrocio di una lunga navata e del transetto. La statua colossale del San Carlone (la più alta prima dell’assemblaggio della Stauta della Libertà) sta ancora a testimoniare la fortuna del Borromeo.