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Chiesa di San Lorenzo
Diocesi di Casale Monferrato ( sec. X )
Via Padre Carpignano, 30, 14026 Montiglio Monferrato AT
San Lorenzo fu la prima chiesa parrocchiale di Montiglio e una delle più antiche pievi della Diocesi di Vercelli. Di antichissima costruzione (X secolo circa), di essa si legge nelle visite pastorali che «il tempo della di lei fondazione è imperscrutabile poiché si fa per tradizione che la medesima fosse dedicata al dio Esculapio». Sorge, come altre chiese del territorio, sulla sommità di una collina da cui domina l'incantevole paesaggio agreste. Verso la fine del XVI secolo, tuttavia, ebbe inizio la costruzione della chiesa di Santa Maria della Pace voluta dal vescovo della neoistituita diocesi di Casale Monferrato di cui entrò a far parte anche la parrocchia di Montiglio. La creazione di una nuova parrocchiale derivava in parte dalle ridotte dimensioni e dal cattivo stato di conservazione dell'edificio e in parte «trovandosi la suddetta chiesa di San Lorenzo lontana dalla terra», ovvero dal centro abitato. L’importanza di quest’antico edificio per la vita della parrocchia si mantenne comunque nel tempo vista l’attigua presenza del cimitero in cui si continuò a seppellire anche nei secoli successivi. L’edificio di San Lorenzo nel tempo ha subito molte modifiche che non ne hanno però compromesso l’impronta romanica originaria dell’interno della chiesa e dell’architettura complessiva. Originariamente era costituito di tre navate terminanti in altrettante absidi; le absidiole delle navate laterali furono demolite con le ristrutturazioni che intervennero nel XVIII secolo, quando furono edificate le due strutture murarie quadrate poste in corrispondenza dell'innesto dell'abside centrale, che sporgono dal perimetro della chiesa quasi a rappresentarne il transetto. La stessa fisionomia interna delle navate laterali fu modificata, ricavandone una serie di cappelle a pianta semiesagonale. Nulla resta, invece, della facciata originale della chiesa, ricostruita nell'Ottocento adottando un incongruo stile neoclassico per poi essere nuovamente rifatta, più coerentemente, nel corso degli anni ‘50 del Novecento riutilizzando in parte materiale lapideo antico. Internamente l’edificio non custodisce alcun arredo sacro, tuttavia, assai ricco e originale è l’apparato scultoreo realizzato su abachi e capitelli, ancora oggi perfettamente conservato. Ignoto è il nome dello scultore, o meglio degli scultori, che realizzarono l’apparato decorativo, sebbene risulti ben riscontrabile lo stile di un’unica bottega che operò nel cantiere nella prima metà del 1100. I capitelli figurati in pietra scolpita di ottima fattura sono visibili solo da tre lati, mentre il quarto è inglobato nei setti murari che dividono le cappelle, contribuendo così a sostenere la spinta della volta a botte. Differenti sono i soggetti scolpiti nei capitelli: si trovano chierubini, motivi vegetali, figure umane e animali, spesso utilizzate con intento simbolico o di richiamo all’Antico Testamento.
Assai interessante risulta l’osservazione e l’analisi delle opere scultoree, risalenti agli inizi del XII secolo, che decorano i capitelli dell’aula basilicale. Nell’arte romanica, infatti, la scultura ha ruolo di primo piano e torna a rifiorire dopo secoli di oblio. Il suo processo rigenerativo coinvolge anche il campo dei contenuti iconografici portando da un lato, a figurazioni sempre più elaborate in chiave narrativa, dall’altro all’affermazione di temi nuovi. Tornano forti i temi delle inquietudini e dell’angoscia, così come gli elementi maligni al fine di trasmettere espliciti messaggi di carattere morale.
Il primo capitello di destra raffigura due angeli cherubini, che, secondo la tradizione biblica, sono dediti alla protezione. Assai indicativo è il loro posizionamento vicino all’ingresso a ricordo del loro compito di guardiani dell’Eden e del Trono di Dio. Il secondo capitello presenta, invece, intrecci vegetali e animali di ascendenza barbarica uniti alla raffigurazione di aquile e di piccole teste di mostri, chiara allusione al peccato. Assai complessa appare la figurazione del terzo capitello in cui sono visibili sirene dalla doppia coda (bifide), ai lati di un elemento geometrico rappresentante un doppio fiore dell’Apocalisse, che comprende al suo interno il simbolo dell’infinito. Nella parte superiore, inoltre, è visibile un agnello con la croce, (Agnus Dei). Sul lato opposto è rappresentato un capitello con foglie d’acanto, simbolo della verginità. Nel secondo capitello a sinistra, invece, sono visibili due figure umane affrontate di schiena: una donna a sinistra riconoscibile dal bacino più ampio e un uomo a destra. Intorno a loro sono posti dei tralci di vite e dei grappoli d’uva alcuni dei quali sono posti sotto i loro piedi, come se li stessero pigiando per produrre del vino. Sul lato del capitello, altri grappoli sono tenuti nel becco da aquile, simbolo di potenza e di intelligenza. L’ultimo capitello di sinistra è caratterizzato dall’intreccio di molteplici elementi figurativi tra i quali il grappolo d’uva incluso in un cuore, le teste di vario aspetto, un giglio e un rotolo di pergamena.
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Opera tattile - disegno per il rilievo
Capitelli - pietra scolpita
Opera tattile - disegno per il rilievo
Capitello - pietra scolpita
Opera tattile - disegno per il rilievo
Planimetria
Lun-Dom | 09:00 - 18:00 |
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Info
- cattedrale
- Cattedrale di Casale Monferrato
- diocesi
- Casale Monferrato
- tipologia edificio
- Pievi
- indirizzo
- Via Padre Carpignano, 30, 14026 Montiglio Monferrato AT
- cel
- 392.9388505
- antipodescasale@gmail.com
Servizi
- accessibilità
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