L’esistenza della pieve e della parrocchia di San Martino, circondate da ridenti vigneti, è documentata fin dal XIV secolo nel luogo dove oggi sorge il coro dell’oratorio di San Rocco.
Le prime informazioni certe sull’edificio risalgono però al Cinquecento, quando il centro risulta ancora sottoposto sia al duca di Savoia che allo stato di Milano. Nel 1675 il sindaco di La Morra, incarica Giovenale Boetto di individuare una nuova altura su cui edificare ex novo San Martino. I lavori furono affidati ad un gruppo di maestranze lombarde e svizzere coordinate da Giuseppe Maino, finché quest’ultimo non fuggì col denaro necessario per terminare la parrocchiale. Grazie agli sforzi economici compiuti da La Morra, nel 1683 fu interpellato Michelangelo Garove, incaricato di realizzazione nuovi disegni, mentre nel 1691 si diede avvio alla costruzione dell’altare maggiore. La consacrazione definitiva della chiesa avvenne nel 1699, mentre nel 1874 un grave incendio danneggiò notevolmente l’edificio, riaffrescato poi da Luigi Morgari.
L’interno presenta tre navate dominate dal settecentesco altare maggiore, isolato al centro del presbiterio, opera di Giovanni Valle, eretto grazie al lascito del sindaco lamorrese Mascarello.
La struttura, dominata dalla tela Settecentesca tela dell’Aliberti è affiancata da due statue di angeli che reggono cartigli e culmina con il fastigio delle allegorie della Fede e della Speranza, mentre nella parte sottostante trova posto la mensa sagomata in marmo nero intarsiato.
Di particolare pregio sono anche il pulpito datato alla prima metà del XVIII secolo, realizzato con preziosi marmi colorati che contribuiscono a rendere un grazioso effetto cromatico, e gli altari laterali, dove meritano particolare attenzione quello del Rosario, caratterizzato dalla presenza di un basamento con due coppie di doppi piedistalli in marmi seicenteschi ed una mensa e un tabernacolo ottocenteschi, e quello di San Carlo Borromeo coronato dalla pala raffigurante San Carlo Borromeo, San Martino, Santa Caterina d’Alessandria e Sant’Antonio da Padova.
La volta della navata centrale è caratterizzata dalla presenza di un ciclo di affreschi dedicati a San Martino e realizzati da Luigi Morgari coadiuvato dalla sua bottega e presumibilmente dal Barelli.