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Dec 13 - Feb 02 Exhibitions
Lo stupore della Luce
Mostra personale
Inaugurazione: Venerdì 13 dicembre 2024, ore 17.30
Venerdì 13 dicembre 2024 alle ore 17.30 presso il Museo Diocesano San Giovanni di Asti (via Natta 36), sarà inaugurata la mostra personale di Isabella Böhlen-Distretti "LO STUPORE DELLA LUCE. La Natività tra storia e leggenda" che presenta una serie di opere ispirate a episodi narrati nei Vangeli apocrifi dell'infanzia di Gesù.
L'idea della mostra nasce in seguito al ricollocamento nel nostro Museo Diocesano, avvenuto nell'ottobre del 2023, di una parte degli affreschi romanici provenienti dal sottotetto della stessa ex chiesa di San Giovanni da dove vennero staccati nel 1975. Tra questi lacerti, uno desta particolare curiosità. Sul pannello collocato dietro il coro ligneo di Baldino da Surso, è effigiato Gesù Bambino, riconoscibile dall'aureola con croce inscritta, mentre viene lavato in una vasca da due levatrici; poco sopra si possono individuare Giuseppe, a destra, seduto e pensieroso, e Maria, coricata a sinistra. La presenza delle due levatrici non è riportata nei vangeli secondo Luca e secondo Matteo (gli unici vangeli canonici, lo ricordiamo, che raccontano i fatti collegati alla nascita di Gesù); la si ritrova, invece, nei vangeli apocrifi, in particolare il Protovangelo di Giacomo (II secolo) e il Vangelo dello Pseudo-Matteo (VIII-IX secolo).
Il termine “apocrifo” deriva dal greco apókryphos, che significa “nascosto” o “segreto”. Originariamente, nella cultura ellenistica, indicava opere riservate a un gruppo ristretto di persone per il loro contenuto esoterico o misterioso. In ambito cristiano, il termine ha assunto un significato più specifico, riferendosi a testi religiosi che non sono stati inclusi nel canone delle Scritture, cioè nell'elenco ufficiale dei libri ritenuti ispirati e normativi dalla Chiesa. Un testo apocrifo non è necessariamente falso o privo di valore, ma è considerato non autentico in quanto non riconosciuto come parte della rivelazione divina. Molti apocrifi si svilupparono nei primi secoli del Cristianesimo, quando le comunità cercavano di approfondire e arricchire il racconto biblico, spesso introducendo episodi leggendari, dettagli mancanti o riflessioni teologiche alternative. I motivi dell'esclusione di un testo dal canone possono essere molteplici: contenuti dottrinalmente problematici, mancanza di autenticità apostolica, oppure il fatto di non essere largamente riconosciuto e utilizzato nelle comunità cristiane. Tuttavia, molti apocrifi hanno continuato a circolare, influenzando la devozione popolare, la liturgia e persino l'arte.
In particolare, i vangeli apocrifi della Natività e dell'Infanzia, come i già citati Protovangelo di Giacomo e Vangelo dello Pseudo-Matteo, contribuirono a plasmare, per esempio, molte delle immagini tradizionali legate al presepe che oggi consideriamo imprescindibili, come la grotta di Betlemme, la presenza del bue e dell'asinello e i racconti sui Magi. Essi rappresentano una finestra unica sulla vivacità di fede e sulla pietà delle prime comunità cristiane orientali, offrendo spunti preziosi per comprendere come il mistero della nascita di Cristo sia stato interpretato e raccontato nei secoli.
Partendo da questi stimoli, è nata l'idea di coinvolgere Isabella Boehlen-Distretti nella libera scelta e illustrazione di una serie di episodi tratti da questi testi così particolari, per arrivare all'edizione di una piccola antologia figurata che sarà distribuita per tutta la durata della mostra.
L'artista ha selezionato tredici passi tratti dal Protovangelo di Giacomo, dal Vangelo arabo dell'infanzia di Gesù (VIII-IX secolo) e dal Vangelo dello Pseudo-Matteo, a cui si aggiungono un Prologo e una riflessione conclusiva sulla necessità di una ricerca spirituale che non sia mai sazia dei risultati raggiunti e che scenda il più possibile in profondità, non accontentandosi della sterile superficie.
Nel Vangelo arabo dell'Infanzia si legge che Giuseppe andò a cercare, e trovò, una levatrice per assistere Maria durante il parto. Quando i due giunsero alla grotta, però, era già tutto compiuto: «Dopo il tramonto del sole, la vecchia e Giuseppe vennero alla grotta ed entrarono tutti e due. Ma ecco che era piena di luce, più bella del bagliore delle lucerne e delle candele e più splendente della luce del sole. Un bambino, avvolto nelle fasce e adagiato in una mangiatoia, succhiava il latte da santa Maria, sua madre. Ambedue restarono stupiti della luce». Proprio in questo “stupore della luce” si può, forse, ravvisare una delle chiavi di interpretazione delle illustrazioni di Boehlen-Distretti. La pura luce primordiale del foglio bianco viene ora sfiorata, ora morbidamente avvolta dalle delicate alchimie cromatiche dell'artista ma rimane sempre presente e in dialogo con la scena rappresentata, facendosi, di volta in volta, viso, oggetto, luogo, oppure restando semplicemente se stessa. Persino nel momento più buio, la guarigione di un bambino indemoniato, la luce riesce a farsi largo nella tenebra di una notte densa e tormentata.
Questa luce primigenia in un gran numero di immagini curva lo spazio e lo definisce con la sua potenza creatrice, mentre in altre lo innerva e lo fa vibrare di beatitudine ultraterrena come nella scena dello sposalizio in cui si fa un esplicito richiamo a questo definitivo Mistero della felicità: «O Gesù, figlio di Davide, tu sei colui che muta la tristezza in gioia e i lamenti in letizia».
Isabella Böhlen-Distretti, nata a Milano, frequenta il liceo artistico di Brera, trasferita a Losanna si dedica in modo particolare alla serigrafia. A questo periodo segue un lungo soggiorno in Germania dove approfondisce lo studio dell'"arte come terapia", esplora le potenzialità di questa come mezzo di indagine e conoscenza di noi stessi. Si dedica poi alla realizzazione di opere con la "tecnica del Raku". Tornata in Italia risiede nell'Astigiano e si diploma in Pittura all'Accademia Albertina di Belle Arti di Torino.
Il percorso espositivo, con il patrocinio della Provincia di Asti, del Comune di Asti e del Progetto Città e Cattedrali, sarà aperto al pubblico dal 13 dicembre 2024 al 2 febbraio 2025 con il seguente orario: venerdì 15-18, sabato e domenica 9.30-13 e 15-18; nei restanti giorni della settimana su prenotazione all’indirizzo museo@sicdat.it oppure al 351.707.7031. Possibilità di visite guidate su prenotazione.
Per tutta la durata dell'evento l'ingresso al Museo Diocesano sarà con offerta libera.