Chiesa di San Vittore

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Diocesi di Alba ( sec. XIX )

Piazza Vittorio Emanuele II, 12042, Pollenzo, Cuneo

La chiesa parrocchiale di San Vittore sorge nel cuore di Pollenzo, importante città romana fondata alla fine del II secolo a. C., nota per la famosa battaglia durante la quale il generale romano Stilicone sconfisse le truppe dei goti guidati da Alarico, nel 402.
L’edificio, in stile neogotico, si inserisce appieno nel borgo riplasmato per volere di re Carlo Alberto nella prima metà dell’Ottocento grazie agli architetti Ernst Melano e Pelagio Palagi. Volle creare un’azienda agricola ed intervenne anche sulla piazza con la torre, il castello reale attualmente sede Università di Scienze Gastronomiche e la chiesa di San Vittore.
Della realizzazione della chiesa venne incaricato, nel 1842, Ernst Melano a cui era stato affidato anche il restauro dell’abbazia reale di Hautcombe, fondazione cistercense divenuta luogo di sepoltura della famiglia Savoia. Lo stile gotico troubadour dell’abbazia reale si ritrova in forme semplificate nella chiesa di Pollenzo, nelle guglie e nelle statue della facciata, sulle volte delle navate caratterizzate da trafori ed ondulati intrecci dipinti a finto rilievo su sfondo blu.
La facciata, in mattoni a vista, presenta un solo portale a sesto acuto sovrastato da una loggetta con archi trilobati ed una grande finestra ogivale che domina la parte superiore. E’ ornata da numerose statue.
Quelle di san Carlo Borromeo, santa Teresa, san Vittore e san Ferdinando vennero realizzate da Giuseppe Gaggini, sono di Stefano Butti quelle in pietra dei Dodici Apostoli collocate sulle guglie e dei beati di casa Savoia, Amedeo IX e Umberto III, cui si aggiungono quelle di santa Adelaide e santa Clotilde, opera di Angelo Franciosi. All’interno, le volte vennero decorate dal pittore Paolo Fea, mentre l’affresco tripartito dell’abside raffigurante il Martirio di S. Vittore, la Madonna e il Bambino in gloria con la Trinità e l’Educazione della Vergine da Carlo Bellosio. Ventisei statue di stucco raffiguranti Profeti e Sibille opera dello scultore genovese Giuseppe Gaggini ornano le pareti della navata centrale, inoltre l’edificio ospita tre gruppi lignei dello scultore Antonio Roasio.

Il coro di Staffarda
La chiesa parrocchiale di San Vittore conserva preziosi stalli lignei in noce, provenienti dall’abbazia cistercense di Staffarda, vicino a Saluzzo, parte del coro commissionato dall’abate Giovanni Ludovico, realizzato negli anni 1520-30 da artisti della Champagne e della Borgogna.
Rimasto inutilizzato dopo le soppressioni napoleoniche ritrovò a Pollenzo una nuova sistemazione. Infatti, il re Carlo Alberto, nel 1846, volle dotare la chiesa di Pollenzo di un coro e vi trasferì parte degli stalli dell’abbazia grazie all’intervento dell’ebanista Gabriele Capello. Quelli non utilizzati furono depositati presso Palazzo Reale di Torino, fino al 1871, quando Vittorio Emanuele II li donò al Museo Civico d’arte antica a Palazzo Madama, ove possiamo ancor oggi ammirarli.
In questo capolavoro dell’intaglio troviamo elegantemente fusi elementi gotici flamboyant (arcatelle gotiche, intrecciate arricchite da elementi vegetali a traforo, creature fantastiche, figurine umane e animali) ed altri rinascimentali (tarsie con elementi prospettici, interni di chiese, di botteghe piemontesi e lombarde); l’iconografia è dedicata alla Vergine.
L’ebanista Capello che seppe modificare e adattare, con maestria, parte del coro senza utilizzare le testate maggiori né la grande residenza liturgica (ora al Museo Civico) realizzò per la chiesa anche la credenza del leggio, gli inginocchiatoi, i confessionali e i banchi ricreando un insieme armonico.