Nel secolo XIV esisteva già un oratorio intitolato alla Madonna delle Grazie, documentato a partire dal 1327, posto vicino alla chiesa di San Maurizio e sorto come cappella del cimitero superiore. In seguito lo stesso edificio è documento nel 1584, quando viene interdetto al culto, stante le sue ridotte dimensioni, incapaci di accogliere tutti i fedeli che vi si radunavano per le celebrazioni. Nel 1602, a seguito della visita pastorale del prevosto Rinaldo Ressano, la cappella è nuovamente documentata nei termini di un edificio ben adorno, ma mancante della pila dell’acqua benedetta e delle suppellettili dell’altare portatile. In un testamento del 1679, invece, l’edificio è citato per la prima volta quale Santuario della Madonna delle Grazie, mentre verso la metà del secolo successivo, tra il 1747 e il 1763, è ricostruito e ingrandito per iniziativa del curato don Francesco Antonio Fagou. La nuova struttura viene addossata sull’abside della chiesa di San Maurizio e messa in comunicazione con quest’ultima tramite una scalinata interna, aperta a destra del presbiterio, sfruttando lo spessore di una delle pareti perimetrali dell’edificio. Negli anni a venire tale scalinata è stata rivestita con numerosi ex voto per grazia ricevuta, secondo una tradizione che si perpetua a tutt’oggi. Al 1904-1910, invece, risale l’odierna facciata in stile neo-rinascimentale, opera dell’ingegnere pinerolese Stefano Cambiano, insieme al belvedere antistante il sagrato.
All’interno la chiesa ad aula unica mostra una sobria ed elegante partitura architettonica, ideata dall’ingegnere Massoglia, che si distingue per il bianco dei marmi di pilastri e arcate, nonché per le figure di vari santi dipinti su fondi dorati da Enrico Reffo e collaboratori della sua scuola. Sull’altare maggiore spicca l’immagine cinquecentesca della Madonna con il Bambino, idealmente sorretta da una cornice di angeli dorati, eseguita dalla Scuola degli Artigianelli sul finire dell’Ottocento. In controfacciata è collocato l’organo, realizzato nel 1848 da Giuseppe Collino e dal figlio Alessandro, nella loro prestigiosa bottega organara di Pinerolo.