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Cappella di Sant'Anastasia

Diocesi di Mondovì ( sec. X; XV )

Località Gramellona, 12070,Sale San Giovanni, Cuneo

La cappella, detta anche di Sant'Anna, costruita forse verso il 1050, dipendeva dal priorato di San Benedetto Belbo, a sua volta appartenente al monastero benedettino di S. Maria di Castiglione di Parma: domina solitaria un cocuzzolo delle Langhe sulla strada verso Montezemolo presso la località Gamellona che nel nome ricorda la capace "gamella" (il recipiente con cui i monaci rifocillavano i viandanti).
La costruzione ha pianta rettangolare, ad unica navata, con abside piana ribassata rispetto al vano destinato ai fedeli; la muratura in blocchi di pietra è appena squadrata, lesene ed archetti pensili alla cornice del tetto che è coperto in lastre di pietra di Langa (ciape).
Alla fine del secolo XIX fu dotata di un piccolo campanile sul lato destro della facciata a semplice capanna.
Nell’interno l'affresco absidale, di forma semicircolare, è diviso in tre parti: quella centrale presenta Sant'Anastasia ( con in una mano la palma del martirio e nell’altra il Vangelo) tra S. Rocco e S. Romeo o Roman (molto venerato in Provenza) i loro nomi sono scritti insieme alla data 1493 nella bianca cornice che circonda il dipinto. Ai lati a sinistra un diavoletto con S. Bernardo di Mentone e S. Antonio Abate, a destra una Madonna (con in mano una rosa bianca simbolo di verginità e purezza ) con Gesù Bambino ( che tiene in mano un uccellino simbolo dell'anima) e S. Giovanni Battista, ai piedi un angelo musicante, furono affrescati in seguito.
Sulla parete laterale al di sotto di un dipinto datato 1711 con S. Grato, S. Sebastiano e S. Bovo, che è stato «strappato» dalla parete e restaurato, è venuto alla luce un affresco più antico che potrebbe essere degli inizi del 1500, raffigurante S. Sebastiano.
Sull'intradosso dell’arcone delimitante il presbiterio, sotto scialbo di calce del XVII secolo sono riapparsi riquadri dipinti con la Natività, l'Annuncio ai Pastori, l'Adorazione dei Magi e la Strage degli Innocenti, sicuramente i più antichi della cappella.
Gli affreschi sono stati restaurati nel 1991-92 in col¬laborazione tra la Regione Piemonte e la Repubblica Federativa Russa, dai restauratori Antonio Rava e Valeri Pianov, sotto la direzione della Soprintendenza per i beni Artistici e Storici del Piemonte.

Anastasia nasce in una nobile famiglia romana, al tempo di Diocleziano, allevata dalla madre nella fede di Cristo ebbe come precettore Crisogono. Costretta a sposare Publio di fede pagana, fu da lui punita per le sue opere di carità. Rimasta vedova, seguì Crisogono ad Aquileia alla corte imperiale, dove assistette all’interrogatorio e alla sua decapitazione.
In seguito Diocleziano partì per la Macedonia portando con sé tutti i cristiani imprigionati e con essi anche Anastasia; dalla Macedonia si spostò verso Sirmio nell’Illiria, qui fu denunciata con altri Cristiani e venne incarcerata.
Fu imbarcata su un barcone fatiscente, insieme ad altri cristiani e delinquenti, e furono spinti in mare aperto per farli naufragare e morire. Scampati miracolosamente alla tempesta, sbarcarono a Palmaria, dove fu loro offerta la libertà in cambio dell’onore agli dei, ma dietro il loro ennesimo rifiuto furono tutti trucidati, mentre Anastasia fu arsa viva.
Il suo culto si propagò velocemente fino a raggiungere Costantinopoli dove i suoi resti furono traslati. Alla fine del V secolo il re degli Ostrogoti Teodorico portò il suo culto nell'Italia del nord, facendo costruire alcune chiese prima a Verona, poi vicino a Monza, quindi a Ravenna ed infine a Roma sotto il Palatino, la basilica che vi sorge tuttora. All'epoca di San Gregorio Magno,poiché la sua festa era il 25 dicembre, la seconda messa natalizia, quella dell'alba, veniva celebrata dallo stesso Papa nella basilica titolare della Santa.
Furono i monaci basiliani a diffondere il culto, mentre nell'Italia del nord e poi in tutta l'Europa Occidentale la sua devozione fu il frutto dell'opera di cristianizzazione dei monaci benedettini. Nei paesi dell'Europa Orientale il culto si diffuse prima tra i bulgari e i moravi e tra la popolazione che allora abitava l'attuale Crimea e verso la fine del X secolo, il culto passò nella Rus' di Kiev, poi nel nord fino a Novgorod ed infine in tutta la Moscovia.
Sia dalla Chiesa cattolica, che da quella ortodossa, è considerata protettrice dei reclusi, dei malati di spirito e fisici, delle partorienti e dei terremotati.

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Building open with reservation

Per la visita dal 1 maggio al 31 ottobre, contattare il numero +39 339 6143781

Info

cathedral
Cattedrale di Mondovì
diocese
Mondovì
type of building
Antiche cappelle
address
Località Gramellona, 12070,Sale San Giovanni, Cuneo
cel
+39 3493977362

Services

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