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Chiesa della Natività di Maria Vergine

Diocesi di Pinerolo ( sec. XII; XV; XVI )

Piazza Tessore 9, 10060, Roletto (TO)

Fin dal 1386 si parla della chiesa di Santa Maria di Roletto, allora dipendente dalla diocesi di Torino. In effetti tra i suoi prevosti del XVI secolo, tutti di nome Vigna, il più antico era pure stato canonico della cattedrale di Torino. Nel 1817 la Parrocchia passerà alla ricostituita diocesi di Pinerolo, che in epoca napoleonica era stata annessa a quella di Saluzzo.

In origine la chiesa doveva essere più piccola di quella attuale, forse frutto dell’ingrandimento di una cappella rurale preesistente. Quest’ultima potrebbe coincidere con l’odierna zona absidale, di struttura cubica e alta meno della metà del resto della chiesa. A dispetto di questa ipotesi, e anche dei riscontri documentari, lo stile del campanile anticiperebbe la presenza di una chiesa vera e propria sul sito di quella attuale già in epoca romanica. Allo stato dell’arte esso è a sei piani con finestre bifore e monofore, anche se il livello sommitale appare più recente. In adiacenza al campanile e all’abside è la sacrestia, che sembrerebbe di molto posteriore alla torre, avendone inglobato la parte bassa che mostra elementi decorativi tipici di una parete esterna.

A inizio Cinquecento la chiesa viene parzialmente ricostruita, assumendo l’aspetto che ancora oggi presenta, col rifacimento delle volte e portata a tre navate con volte a crociera ribassata. Nella visita pastorale del 1585 la chiesa, nella sua nuova versione, è valutata essere in buono stato.

Nel 1847 si richiedono riparazioni alle navi laterali.

La facciata della chiesa, con tripartizione basilicale e intonacata, è il risultato di un intervento che la fa somigliare da vicino a quella della cattedrale di Pinerolo così come si presenta dopo i restauri di fine XIX secolo.

Nel 1835 risultano appartenere alla giurisdizione parrocchiale 5 cappelle rurali, delle quali segnaliamo quelle ancora oggi denominate Danesi, Galetti e Roncaglia. Ma soprattutto è da evidenziare il Santuario della Madonna del Carmelo. Quest’ultimo, conosciuto come convento del Colletto, è compiuto nel 1525 sul sito di una preesistente cappella, inglobata nella presente chiesa. Essa presenta una facciata affrescata (XVI sec.) e all’interno tombe marmoree della famiglia Porporato, attribuite al Caravoglia (sec. XVII).

Nella visita pastorale del 1585 ad una sacrestia ben corredata di paramenti si contrappongono gli arredi della chiesa piuttosto essenziali, come un fonte battesimale in laterizio col catino in rame, assenza di balaustra, semplice altar maggiore. Dei due altari, posti in capo alle navate laterali, quello di S. Maria è fornito di icona e ben curato, mentre quello di S. Marta, e anche altri minori, sono nudi e indotati. Si ordina di provvedere almeno un confessionale, e di chiudere il cimitero. La casa parrocchiale non necessita di manutenzione.

Nella predetta visita non si fa citazione degli affreschi esistenti nella zona absidale, che pure al presente sono attribuiti a Giovanni Franzini, o diversamente ad altro artista di ispirazione jaqueriana della prima metà del XV secolo. La teoria pittorica è andata quasi perduta sulle pareri, al contrario è ben conservata sulla volta, e ciò permette di apprezzarne la qualità e i particolari che qui analiticamente descriviamo.
Sulla prima vela, la scena della natività di Maria - cui è dedicata la chiesa - rappresenta S. Anna sdraiata nel letto subito dopo il parto, nell'atto di prendere da una ciotola un uovo che le viene offerto da un uomo a lato del letto; ai piedi del letto, invece,una nutrice seduta per terra tiene tra le braccia Maria neonata avvolta in fasce. A caratteri gotici un'iscrizione intitola la scena “Nativitas beatae Mariae”.
La seconda scena della volta raffigura la “Purificatio beatae Mariae” avvenuta dopo il parto, in occasione della presentazione di Gesù al tempio. All'interno di un'architettura gotica, il sacerdote, Simeone, accoglie Gesù in fasce dalle braccia di Maria. Giuseppe, sposo di lei, porge ad un altro personaggio un cesto con due colombe bianche per l'offerta. Particolarità della scena è il cartiglio che riporta, sempre in caratteri gotici, le parole di Simeone “Nunc dimittis servum tuum, Domine, secundum verbum tuum in pace...” riferite nel cantico in cui esso riconosce in Gesù il Messia.
La terza vela riporta l'Assunzione di Maria (“Assumptio beatae Mariae”). La Vergine è accolta da Cristo e attorniata da 4 angeli vestiti con la dalmatica. Maria sta consegnando all'apostolo Tommaso la cintura; secondo la tradizione, San Tommaso, incredulo dell'assunzione al cielo di Maria, volle aprirne il sepolcro ma vi trovò solo la cintura del suo abito, lasciata da Maria per confortare la sua fede: nell'iconografia tale episodio è generalmente rappresentato con Maria che lascia cadere verso Tommaso la cintura.
La scena della quarta vela è l'incoronazione di Maria da parte della Trinità: il Padre a sinistra con abito porpora e manto blu, il Figlio a destra con manto rosso e lo Spirito Santo in forma di colomba bianca sopra la testa della Vergine. Il Volto del Padre è uguale a quello del Figlio, ma invecchiato. Lo sfondo invece è occupato da un elaborato trono con motivi architettonici gotici.
Sul pilastro dell’arco di trionfo che funge da raccordo tra l’abside e il resto della chiesa sono rappresentati uno stemma dei Savoia e un altro del casato Romagnano.

Nel 1835 si ricordano gli altari: il maggiore dedicato alla Natività della Vergine con balaustra, marmoreo e di pregevole fattura, e quelli laterali del Rosario e di S. Antonio. La medesima situazione incontriamo oggi. A livello decorativo, sulle pareti perimetrali, dipinte con colore uniforme e pochi abbellimenti, è distribuita una Via crucis inquadrata, dallo stile tardo-settecentesco piemontese, mentre il presbiterio è decorato con ampie pitture raffiguranti Natività, Ultima cena e Crocifissione.

La tribuna in controfacciata manca dell’organo, mentre è notevole il pulpito in legno intagliato presente nella navata centrale. Sono degni di menzione alcuni confessionali intagliati.

L’intitolazione originaria della chiesa si presume cambiata in Beata Vergine Assunta in cielo, ossia Natività di Maria Vergine verso la fine del XVI secolo, anche se le didascalie delle pitture quattrocentesche all’interno anticiperebbero tale variazione. La festa patronale si celebra il 8 settembre.

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©Foto Studio Architettura Pettigiani, Borgone di Susa

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