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Castello di Racconigi - Cappella Reale

Diocesi di Torino

Piazza Carlo Alberto, 6, 12035, Racconigi, CN

LA DEVOZIONE DEI SAVOIA: LA CAPPELLA REALE
La cappella è collocata in un angolo nord dell’ingrandimento ottocentesco e occupa due piani fuori terra, ripetendo la soluzione adottata nella cappella settecentesca, rispondendo evidentemente alle esigenze di protocollo della corte. La definizione della nuova architettura della cappella, del suo apparato decorativo e dell’arredo si collocano negli anni centrali del cantiere carloalbertino, mentre erano attivi a Racconigi sia Ernest Melano che Pelagio Palagi.
Il piccolo ambiente rettangolare trova slancio grazie all’ordine gigante dei pilastri su cui si innesta un ordine inferiore di colonne che reggono la tribuna reale. Le pareti sono lavorate in stucco lucido giallo, mentre i pilastri sono rivestiti in marmo di Carrara bianco. La nicchia sulla mensa d’altare contiene una statua della Madonna attribuita al Cacciatori. Gli affreschi sono opera di Carlo Bellosio.

MOSTRA “La collezione di opere sindoniche del Real Castello di Racconigi”
Nell’ambito degli eventi culturali piemontesi previsti per il periodo Expo e ostensione della Sacra Sindone la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici propone, nella suggestiva cornice espositiva del castello di Racconigi, la mostra dal titolo: “La collezione di opere sindoniche del Real Castello di Racconigi” a cura dell’architetto Giuse Scalva.
La mostra espone 92 opere tra cui oli, tempere, acquerelli, incisioni e ricami (alcuni dei quali opera delle dedizione di principesse sabaude) facenti parte della ricca collezione di Racconigi dal principe di Piemonte poi Re Umberto II. La raccolta, nata in un breve periodo di tempo, sancisce il legame tra il sacro Lino e la dinastia sabauda e illustra la storia delle ostensioni.
Le opere presentate sono in parte attualmente conservate nella “cappella” del terzo piano, altre nelle camere da letto dei principi e dei principini. Alcune furono esposte a Torino nella mostra del 1931 voluta dal principe Umberto in occasione delle nozze con la principessa Maria Josè del Belgio, altre furono presentate in quella di Racconigi del 1998.
Il percorso espositivo comprende, tra le altre, la grande tela del Bolckmann del 1868 che vede piazza Castello gremita di folla con sullo sfondo il Real Palazzo, raffigurazioni su tessuti e su vetro e lo studio per la
copia in scala 1:1 del 1898.

LA COLLEZIONE SINDONICA
Il 24 maggio 1931, giornata conclusiva dell’ostensione della Sindone voluta, come molte, per solennizzare il matrimonio del principe ereditario, fu l’ultima in cui i fasti di casa Savoia si fusero con questo rito. In quell’occasione si tenne un’importante mostra a Palazzo Madama che mostrava al pubblico la ricca collezione sindonica di Umberto II, oggi conservata quasi integralmente e pressoché sconosciuta nella cappella al terzo piano presso il Castello di Racconigi.
Questa raccolta pare nascere in un breve periodo di tempo, con le provenienze più diverse e coincide largamente con quanto esposto a Torino nel 1931.
E’ interessante come l’inventario del 1884, che riflette in sostanza l’arredo del periodo carloalbertino, non ricordi neppure un’opera di soggetto sindonico. Evidente è dunque la volontà di Umberto II di far diventare Racconigi, oltre che sede di una completa raccolta iconografica sabauda, anche un sacrario della Sindone: la stanza del terzo piano adattata a cappella è infatti un vero e proprio ambiente di culto, e in tutte le più importanti camere da letto del castello sono collocate immagini del Santo Sudario. E’ chiaro comunque che la collezione principesca ebbe ancora ad arricchirsi con pezzi esposti dal marchese Faustino Curlo, da Angela Dematteis di Oglianico e dall’antiquario Accorsi, noto intermediario per le acquisizioni di Umberto II.
I pezzi collezionati si datano tra il 1578 ed il 1931 e sono diversi per tecnica, qualità, committenza e destinatari, mentre la provenienza è quasi integralmente di area piemontese così come è regionale l’iconografia.
L’opera più antica della collezione è la stampa di Giovanni Testa raffigurante la prima ostensione torinese, effettuata il 12 ottobre 1578 in onore di Carlo Borromeo. Si tratta di una riproduzione molto nota che costituisce un prototipo più volte ripreso, soprattutto nella rappresentazione povera della scena, in cui si mira a sottolineare l’eccezionale importanza del sacro lenzuolo. La riproduzione della reliquia o degli avvenimenti a essa collegati veniva infatti considerata atto di emanazione del sovrano e affidata ad artisti di corte e stampatori ad essi collegati o quanto meno autorizzati.
Le grandi realizzazioni tardo seicentesche e juvarriane segnano una profonda modifica, soprattutto nell’impostazione delle immagini relative alle ostensioni, già evidenti nella tela del Bolckmann, dove entrano in scena le rappresentazioni di grandi loggiati di fronte al Palazzo Reale o dello scenografico altare della Sindone. Le numerose immagini devozionali databili al XVIII secolo sviluppano un gusto meno rigido rispetto a quello seicentesco. Alle raffigurazioni del Sudario fra i simboli religiosi si affianca spesso la decorazione floreale con la Madonna e i santi. A partire dal Settecento la produzione si fa più povera per la diminuzione della frequenza delle ostensioni, le nuove tendenze di gusto e lo stesso calo di tensione religiosa nei confronti del Sudario. Molte le stampe conservate a Racconigi che celebrano episodi di personaggi lontani, soprattutto Carlo Borromeo in venerazione della Sindone.
Poco di significativo si conserva degli ultimi due secoli e il gusto storicistico ottocentesco può avvicinarsi alla litografia di Pietro Ayres di Savigliano incisa da Giovanni Cornacchia o quella di Francesco Gonin nell’ambito della più ampia serie di incisioni realizzate nello stesso 1842 per celebrare il matrimonio del futuro Vittorio Emanuele II.
Di grande interesse infine le dodici opere ricamate della collezione: si tratta di quadretti serici in taffetas o raso color perla con l’immagine dipinta o impressa sul santo sudario, contornata direttamente o su passe partout da ricami in sete policrome e fili d’oro e argento. I soggetti sono simbolici o naturalistici: gli strumenti della Passione, numerose varietà di fiori, farfalle e api. Le tecniche utilizzate sono il punto raso, il punto pieno e il punto steso per i fili metallici.

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Lun chiuso
Mar-Dom 09:00 - 19:00

Infos

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Torino
type d'édifices
Cappelle gentilizie
adresse
Piazza Carlo Alberto, 6, 12035, Racconigi, CN
tél
0172-84005 0172.84595
email
sbap-to.racconigi@beniculturali.it
web
http://www.ilcastellodirac

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